Ci sono occasioni nelle quali la storia, la civiltà che ha forgiato la nostra identità, torna prepotentemente a interessarci e stimolarci. È il caso della splendida mostra milanese sul Romanticismo, a cura di Fernando Mazzocca (alle Gallerie d’Italia e al Museo Poldi Pezzoli fino al 17 marzo), presa d’assalto da migliaia di visitatori attratti da opere più o meno note ma tutte di folgorante bellezza. In particolare grande sorpresa ha generato una travolgente Veduta della campagna romana con temporale del veronese Giuseppe Canella (1841). «Milano, Accademia di Belle Arti di Brera (in deposito presso la Camera dei Deputati, Roma)» recita la didascalia. Un dipinto mai esposto prima d’ora, una rivelazione per gli amanti della grande pittura. E infatti scrive in catalogo Paola Segramora Rivolta «l’opera venne notata dalla critica dell’epoca nonché inclusa in una entusiastica recensione […], i visitatori che si aggiravano nelle sale di Brera si «inchiodavano» davanti ai quadri di Canella rapiti e «mai sazi di contemplarli ».