Studi e riscoperte. 2
Astrazione "ante litteram" tra Quattro e Seicento

INVOLONTARIE SUGGESTIONI
VISIONARIE

Dalla realtà all’immaginazione oltre i limiti spazio-temporali.
È quanto constatiamo osservando opere di artisti tra XV e XVII secolo dove, inaspettatamente, ritroviamo elementi che rimandano
a brani astratto-informali tipici del Novecento.

Mauro Zanchi

tra Quattro e Cinquecento, alcuni pittori rappresentarono l’influsso celeste trasponendolo nelle forme degli alberi, delle rocce, delle nuvole, dei fiumi, alla maniera dei dipinti geomantici cinesi. Questi grandi artisti infusero una scrittura cifrata nella geografia spaziale della loro mente, sistemando in maniera magistrale nei paesaggi realistici elementi evocativi o presenze di altra natura. Seppero celare nella realtà messaggi rivelatori e presenze invisibili, percepibili solo tramite intuizione. Leonardo, per stimolare quell’immaginazione, consigliava ai pittori di fissare i vecchi muri fatti di pietre diverse e pieni di licheni e muschi: questo esercizio “allucinatorio” avrebbe ispirato la mente per trarre dalle immagini casuali, forme da inserire nei soggetti paesaggistici dei quadri. A proposito di Piero di Cosimo, Vasari scrive nelle sue Vite: «Fermavasi talora a considerare un muro dove lungamente fusse stato sputato da persone malate, e ne cavava le battaglie de’ cavagli e le più fantastiche città e più gran paesi che si vedesse mai». Piero di Cosimo e Leonardo mettevano in atto un sottile esercizio della visione, passando dall’immaginare scene figurative dentro il groviglio casuale delle macchie sui muri all’osservare forme astratte presenti nella natura e nelle opere figurative: dall’astrazione alla figura e viceversa, in uno scambio di correlazioni e spostamenti concettuali.
Zanobi Strozzi, nell’Annunciazione (1440-1445 circa), ora conservata alla National Gallery di Londra, immagina che la scena sacra avvenga sopra un pavimento costituito da macchie, con molti colori sfumati
(1), sopra una superficie che in primo piano pare bidimensionale, mentre sullo sfondo il paesaggio è reso secondo le regole prospettiche. Lo spazio astratto su cui poggia il corpo dell’angelo sembra suggerire l’accadere di un evento miracoloso in un’altra dimensione. Isolato in un rettangolo, il dettaglio del pavimento pare un riuscito quadro di inizio Novecento, che sarebbe piaciuto a Vasilij Kandinskij.


Zanobi Strozzi, Annunciazione (1440-1445 circa), particolare, Londra, National Gallery.