Pittrice di madri e bambini, così fu definita nel 1913 dal suo primo biografo, il francese Achille Segard(1) e in questi ultimi anni anche dalla studiosa sudafricana Griselda Pollock(2), ma non in senso limitativo o tantomeno riduttivo, bensì con l’obiettivo di sottolineare nella sua pittura un aspetto qualificante che, in riferimento all’identità di genere, propone una rilettura al femminile della sua ricerca artistica. Vissuta a cavallo tra Otto e Novecento, nel periodo in cui veniva a delinearsi il movimento femminista, che comincia ad affermarsi a partire dal 1866, la Cassatt scelse di dedicarsi completamente alla sua carriera di pittrice, rifiutando il ruolo di moglie e di madre. Il rapporto madre-figlia è però ricorrente nella sua produzione pittorica e si delinea già nel 1881 nel dipinto Donna e bambina in carrozza; la madre tiene le redini e accanto siede la figlia mentre dietro, in ombra, si intravede la figura di un uomo col cilindro; la strada non appare, ma è certo che porti dove la donna ha deciso di indirizzare la carrozza.
Fatta eccezione per Gita in barca, del 1893-1894, la figura maschile, marito o amante che sia, è assente nella pittura come nella vita della Cassatt che scelse la pittura come progetto esistenziale ed ebbe con sua madre un rapporto di grande complicità e affetto. Era stata la madre a portarla per la prima volta, a sei anni, a Parigi, e la figlia ci sarebbe tornata a ventuno nel 1865, per migliorare la sua formazione artistica iniziata alla Pennsylvania Academy of Arts di Filadelfia. Frequentatrice assidua del Louvre, era stata allieva di Gérôme e Chaplin e si era distinta per la sua pittura satura di colori e di luce, che echeggiava la tavolozza di Velázquez nella tela Il toreador, che nel 1873 ebbe l’onore di essere scelta dalla giuria del Salon. Il dipinto incontrò anche l’apprezzamento di Degas, stima contraccambiata da parte della Cassatt; sarà poi Degas a dipingerla nell’atto di guardare i quadri del Louvre, seduta a riflettere, in un ritratto dove domina il nero, colore che caratterizza anche il dipinto All’opera, uno dei più noti della stessa Cassatt.