ANTONY GORMLEY ESSERE
Un’opera d’arte, un’installazione moderna, possono catalizzare pensieri “altri” e determinare nuovi approcci all’antico? È una delle questioni che si
pongono alla base di Essere, spettacolare mostra (fino al 26 maggio) agli Uffizi con le opere di Antony Gormley - affermato artista londinese del 1950
- alcune realizzate appositamente per l’occasione. Nel tempio dell’arte del passato, il presente dialoga con l’antico seguendo meccanismi mentali
moderni: spostamento e inclusione, impegno e attivazione dell’attenzione. Dichiarato nel 2004 fra le cento persone più influenti della cultura
britannica, con le sue opere (disegni, sculture, installazioni), Gormley indaga le infinite possibilità di relazione del corpo umano con e nello
spazio, in continuo dialogo (e anche scontro?) con la natura e il cosmo. Certo il nostro è un paragone peregrino, ma a volte abbiamo pensato alle sue
opere come a quelle di un Friedrich del XXI secolo. L’arte però si rinnova sempre, e dobbiamo ragionare in modi diversi. Oggi la figura che in piedi,
sulla terrazza degli Uffizi sopra la Loggia dell’Orcagna, contempla silente la piazza e la cupola, farà ragionare ciascuno a suo modo, anche se noi
ancora vaghiamo col pensiero come il viandante di fronte all’infinito del sublime romantico tedesco. Soggettive sensazioni provocheranno l’uomo di
Gormley, che a scala monumentale si affaccia sul fiume da una vetrata all’interno degli Uffizi, e i pezzi “distesi” e ricomposti al confronto col
mirabile Ermafrodito del museo fiorentino, copia romana da un originale ellenistico, poggiato su una lastra di marmo. Firenze finalmente comincia a
offrire prospettive contemporanee anche al largo pubblico, che sulle rive dell’Arno cerca in primo luogo
David e Primavera. In un dialogo
diverso fra classicità e sperimentazioni, il catalogo illustra ampiamente l’opera dell’artista e i meccanismi mentali che la sostengono, con raffinate
intuizioni di studiosi di varia formazione, a partire dai curatori: Schmidt, direttore degli Uffizi, e Seidel, studioso di scultura medievale, a
confermare spiragli al contemporaneo sempre più ampi anche per gli storici d’arte antica e moderna.