Il viaggio come condizione reale e metaforica, questo il tema della prossima Biennale di Kaunas in Lituania, città che sarà la Capitale europea della Cultura nel 2022. Già nel titolo scelto da un team di curatori internazionali (Elisabeth Del Prete, Daniel Milnes, Lýdia Pribišová, Neringa Stoškute . e Alessandra Troncone), After Leaving/Before Arriving, sono messi in evidenza i due poli - la partenza e l’arrivo - che lo delimitano, e nello stesso tempo, lo caratterizzano come processo temporale, spaziale, esistenziale.
Il viaggio, almeno dall’Odissea in poi, è da sempre uno dei grandi “topos” della letteratura, che narra il destino dell’individuo, così come
quello dei popoli, tra esperienza reale e fantastica, tra accettazione di sé e dell’altro, tra allontanamento da ciò che si conosce e scoperta
dell’ignoto, in un ventaglio di registri che vanno dall’epico al fantascientifico. È stato centrale anche nelle arti visive. In epoca
moderno-contemporanea, tra romanticismo e avanguardie, basta citare tre capolavori come La zattera della Medusa (1818-1819) di Théodore
Géricault, Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo? (1897) di Paul Gauguin e Stati d’animo. Gli addii (1911) di Umberto Boccioni, per
avere subito davanti agli occhi tutti gli aspetti che lo connotano come percorso filosofico e sentimentale, concretamente esperito, oppure soltanto
immaginato.
Gli artisti coinvolti, tra cui Céline Condorelli, Alberto Garutti, Francesca Grilli, Laura Grisi, Bas Jan Ader e Deimantas Narkevicˇ ius, dovranno inoltre confrontarsi con il sottotema dell’identità nazionale; un concetto che non dovrebbe mai essere statico, ma continuamente rinnovato, e che i paesi dell’Est Europa hanno dovuto riformare con il crollo dei regimi totalitari in una prospettiva trans-nazionale, che, in un mondo sempre più globale, è oggi un presupposto necessario.