Sembra di percepire il caldo torrido, il sole, la polvere della strada sterrata segnata dalle ruote dei carri, fino al frinire delle cicale, nel dipinto di António Carvalho da Silva Porto (Porto 1850 - Lisbona 1893) che descrive il Ritorno dal mercato. Un gruppo di contadini ripercorre la strada verso casa dopo aver venduto il raccolto della terra e acquistato ciò che serve e non è prodotto in proprio: un momento importante, da sempre e ovunque, della vita delle popolazioni rurali. Tre donne e un uomo sono in groppa ad asini, uno a piedi regge il giogo dei buoi e un terzo è su una cavalcatura più grande, probabilmente un mulo. In lontananza si intravede un ombrello rosso, a indicare che il corteo continua con un’ulteriore presenza femminile. Tutti indossano i costumi tradizionali, gli abiti della festa. Il paesaggio è arido, caratterizzato dalle piante di agave, dalle canne, da un alberello che, dato l’ambiente, potrebbe essere un leccio, tutte specie diffuse in quel genere di territorio. Preceduti da un cane, i primi due asini avanzano lentamente, a fatica, carichi di ogni genere di merci stipate nelle grandi ceste di vimini, e le donne - sedute con le gambe di lato “all’amazzone” - si proteggono dal sole con ombrelli: quello centrale, di un rosso acceso, rappresenta il punto focale del dipinto. In cima alla collina il retro di un edificio, forse un mulino, crea un punto di contatto tra il suolo dai colori terrosi e le sfumature del cielo, che vanno dal quasi bianco all’azzurro intenso. L’artista, con il suo naturalismo aggiornato in Francia, riesce a cogliere l’anima del Portogallo interno e a indagare i passaggi di luce, con le ombre che indicano un’ora del pomeriggio quando il sole non è più allo zenit, ma ancora tanto caldo da richiedere l’uso di ripari.
Il gusto dell'arte
TRA L’ENTROTERRA
E IL MARE
di Ludovica Sebregondi