Letture iconologiche
Re magi con sembianze femminili


L’EPIFANIADELLE REGINE MAGHE


Nell’Adorazione dei magi di Lorenzo Monaco spicca in primo piano una sovrana con l’aureola. Un particolare decisamente insolito per le opere legate alla tradizione cattolica. Un caso isolato? Dalle nostre indagini sembrerebbe proprio di no.


Mauro Zanchi

Avolte nelle opere d’arte si incontra un dettaglio inconsueto, in grado di innescare nuove indagini o di spostare gli studi verso inedite aperture. La tradizione iconografica ha seguito sempre alla lettera le fonti letterarie? O gli artisti si sono concessi licenze personali e interpretazioni differenti rispetto ai testi sacri canonici? Per quanto riguarda le questioni dettate dall’iconografia cattolica era difficile per un artista non ubbidire alle regole imposte dalla committenza religiosa. Quindi prende risalto notevolmente il particolare che qui ora consideriamo all’interno di una scena sacra, che ha come soggetto l’epifania: uno dei tre re magi è stato raffigurato con vesti e sembianze femminili. E a maggior ragione spicca ulteriormente visto che l’autore apparteneva a un ordine religioso. Lorenzo Monaco, nell’Adorazione dei magi (1422 circa), raffigura in primo piano, al centro, una regina con l’aureola, inginocchiata al cospetto del neonato Salvatore, assieme a due re provenienti da Oriente.

A sgombrare i dubbi che possa essere il re magio più giovane è l’accurata descrizione dei lineamenti femminei e della veste, probabilmente in velluto con ricami in oro, con una cintola di stoffa portata sotto il seno. In contraddizione con i racconti canonici e quelli apocrifi, qui l’autore, frate camaldolese, voleva alludere a qualcosa in particolare, si è rifatto a un testo che ora non è più noto (e che forse era presente nella biblioteca del monastero), o è una sua licenza poetica? È un caso unico nell’iconografia legata a questo tema?

Nel Sogno dei re magi (1301-1310 circa), nel pulpito della cattedrale di Santa Maria Assunta a Pisa, anche Giovanni Pisano ha descritto uno dei tre sovrani orientali con i tratti femminili e col soggolo(1), simile a quello indossato da Margherita di Lussemburgo nel monumento sepolcrale(2) realizzato a Genova attorno al 1313. Sembrerebbe che pure nel Reliquiario dei re magi (1190-1220), nella cattedrale di Colonia e nella Natività e adorazione dei magi di Khatchatur di Khizan (1591) – copiata dal Vangelo della regina Keran del 1272, uno dei più grandi tesori tra i manoscritti armeni – siano presenti sovrane maghe, o meglio “magie”. Anche nelle catacombe di Priscilla, a Roma, un dipinto datato attorno al 240 d.C. mostra i magi, che paiono tre donne, descritte con una sorta di berretto frigio portato sul capo.