Il quotidiano, quello che abbiamo davanti agli occhi ma magari non “vediamo”, un dettaglio, strutture elementari, semplici a cui non diamo importanza. Niente di eclatante, anzi di una ordinarietà schiacciante. Un muro scrostato, un sasso consumato dal tempo, una porta chiusa, una serratura, un cancello, un muro, una fessura, l’erba, l’asfalto, un vetro rotto, la facciata di una casa e poi le persone, incrociate ma non cercate. Questi gli aspetti fondamentali della esperienza visiva di Guido Guidi (Cesena, 1941), ispirata sempre da un ragionamento chiaro, preciso su ciò che il fotografo intende restituire con l’immagine nel solco di un percorso volto a privilegiare la periferia rispetto al centro, l’ingresso secondario rispetto a quello principale. Tutto ciò lo ritroviamo negli scatti realizzati in Sardegna da Guidi, che abbiamo avuto il piacere di incontrare in occasione dell’apertura della mostra al Man - Museo d’arte Provincia di Nuoro il 21 giugno scorso (Guido Guidi. In Sardegna: 1974, 2011, fino al 20 ottobre, www.museoman.it), coprodotta con l’Isre - Istituto superiore regionale etnografico della Sardegna. Un “reportage on the road” che offre uno spaccato insolito dell’isola, visitata dal fotografo la prima volta nel 1974 durante il suo viaggio di nozze a bordo di una Fiat 127.
Blow up
GUIDO GUIDI
di Giovanna Ferri