Ho sempre amato stare in mezzo alla natura ed è stato grazie a questa mia passione che ho iniziato a capire il tempo profondo e il rapporto che abbiamo con la storia geologica del nostro pianeta. Da adolescente amavo andare a pescare, percorrendo in canoa i corsi d’acqua sperduti e incontaminati delle Haliburton Highlands nell’Ontario. Quel contatto con la natura selvaggia influenza ancor oggi il modo in cui mi rapporto al paesaggio. Ho imparato ad apprezzare una realtà che esiste senza l’intervento o il disagio causati dall’uomo. Ricordo di aver scoperto, per esempio, che dodicimila anni prima, al posto degli alberi e dei laghi nei quali gettavo le mie esche, c’era stato un solido strato di ghiaccio, spesso tre chilometri, che ricopriva il territorio. Mi sono reso conto che non solo questi luoghi ma l’intero pianeta sono stati, sono e sempre saranno un sistema dinamico, che cambia continuamente.
Il nostro mondo è stato testimone di cinque grandi estinzioni di massa provocate da cause diverse: un tremendo impatto con una meteora, enormi eruzioni
vulcaniche e attività dei cianobatteri marini che rilasciarono tossine mortali nell’atmosfera.