Il nuovo Museo nazionale del Qatar, progettato da Jean Nouvel e inaugurato il 28 marzo scorso, contiene un paradosso di fondo, cioè la missione di mostrare ciò che è nascosto, rivelare un’immagine in dissolvenza, ancorare l’effimero: in definitiva raccontare una storia che non ha avuto il tempo di lasciare un’impronta mentale. Non è quindi un caso che lo studio parigino dell’architetto francese abbia scelto come fonte di ispirazione la rosa del deserto, cioè quell’aggregato di cristalli minerali, simile a un fiore, che si trova solamente nelle regioni desertiche. Si tratta infatti di una struttura cristallina creata dalla natura stessa grazie all’azione del vento, di spruzzi d’acqua di mare e della sabbia che agiscono insieme per millenni con un risultato sorprendentemente complesso e infinitamente poetico.
Prima di divenire un progetto architettonico di notevole bellezza, il museo rappresenta l’esigenza di un popolo dal passato nomade di raccontare la
propria storia utilizzando questo emblematico monumento di materiali modernissimi come acciaio, vetro e cemento fibroso.