ETTORE MODIGLIANI MEMORIE
Autobiografia appassionante di un eccellente funzionario del XX secolo, è il racconto «della vita movimentata di un grande soprintendente di Brera »,
come recita il sottotitolo. Le intense memorie di Ettore Modigliani (Roma 1873 - Milano 1947), finora inedite, concludono mirabilmente la trilogia
braidense su tre personaggi chiave della pinacoteca milanese: Fernanda Wittgens, che di Modigliani fu assistente dal 1908 (assunta come «operaia
avventizia») e gli succedette, fedele al suo alto magisterio, negli anni bui del fascismo; e Franco Russoli, brillante erede della Wittgens nel
secondo dopoguerra. La vicenda di Modigliani, delle tre è senza dubbio la più sofferta. Moderno interprete dei problemi museografici, ottimo
conoscitore dell’arte e attento a ogni questione che riguardasse il patrimonio culturale del nostro paese, Modigliani, di origini ebraiche, fu uno
strenuo antifascista, ancor prima della promulgazione delle leggi razziali. E fu, soprattutto, fedele ai sani principi di tutela e valorizzazione
delle istituzioni affidategli (oltre a direttore di Brera dal 1910 al 1935 fu anche soprintendente della Lombardia). La persecuzione, la critica
sciagurata e ignobile al suo operato da parte del famigerato fascista Cesare Maria De Vecchi, giunse fin dai tempi in cui si trovò a “difendere” il
Cenacolo di Leonardo dalle pretese del gerarca di concederlo in toto ai domenicani. Poi si trovò a difendersi dalle calunnie di un sedicente,
modestissimo scultore, assistito per fortuna da onesti magistrati. Nel 1935, espulso dal suo amato museo, fu “confinato” all’Aquila, per poi essere
minacciato e ricercato, con l’intera famiglia, dai nazifascisti. Le sue sventure, comuni a tanti altri ebrei, s’intrecciano di continuo con vicende
notevolissime dell’arte nel nostro paese: dalla grande mostra sull’arte antica italiana a Londra (1930), record assoluto di presenze e di vendite del
catalogo, alla
Gioconda di Leonardo che transitò perfino, per una notte, da casa sua, alla salvaguardia delle opere d’arte e al loro recupero
dopo la Grande guerra, e molti altri edificanti episodi. Chi lavora nel campo della tutela del nostro patrimonio si riconoscerà, anche in questi tempi
mutati, nelle immense difficoltà da affrontare.