Grandi mostre. 2
Chagall, Picasso, Mondrian e altri ad Amsterdam

PARIGI: MIGRAZIONI
D’ARTISTA

Crocevia di stili e innovazioni, Parigi nella prima metà del Novecento attira molti artisti stranieri, più o meno noti. Una migrazione importante in una metropoli dove la coesistenza di anime diverse - dallo spirito cosmopolita a quello nazionalista e xenofobo - porta ciascuno di loro a trovare il proprio punto di incontro tra la cultura di appartenenza e gli stimoli del contesto francese.


Paola Testoni de Beaufort

Migranti come ricchezza culturale? La risposta sembra proprio possa venire dalla mostra presso lo Stedelijk Museum di Amsterdam, città che ha fatto della multiculturalità la propria caratteristica. Chagall, Picasso, Mondriaan e.a.: Migranten in Parijs pone l’accento su immigrati eccellenti che si trasferirono, nella prima metà del secolo scorso, nel centro mondiale della scena artistica: Parigi. L’impatto con la metropoli non fu dei più facili: la capitale della libertà, città cosmopolita e internazionale, mostrò anche un altro volto a questi artisti che dovettero trovare la loro strada in una società fortemente polarizzata, intersecata da vene nazionalistiche e xenofobe, che li impegnò a elaborare una maniera molto personale di unire la cultura delle proprie origini con le nuove sollecitazioni provenienti da questo ambiente ancora in parte sconosciuto. La mostra è un vero e proprio racconto di formazione culturale di artisti che, nelle loro opere, fanno emergere anche le loro esperienze personali in un paese straniero e offre un’eccellente opportunità sia di guardare ai lavori dei grandi maestri moderni sotto una luce diversa che di scoprire artisti a volte sconosciuti o dimenticati. L’esposizione si basa sulla ricchissima collezione dello Stedelijk Museum e presenta opere di oltre cinquanta autori tra pittori, fotografi, scultori e graphic designer.

Nella prima sezione, dedicata al modernismo, vediamo come Chagall, Picasso e Mondrian, pur essendo di diversa estrazione furono accumunati dalla loro condizione di migranti, un dettaglio importante che, secondo il museo olandese, spesso è stato trascurato dalla critica.

Una situazione esistenziale che spiegherebbe in parte anche la loro scelta artistica di optare per il modernismo, visto come la migliore strategia per inserirsi in un ambiente culturale straniero e attirare l’attenzione di critici influenti e di galleristi importanti.