Se dopo più di cento anni, centonove per l’esattezza, un’opera ha ancora una forza provocatoria tale da essere censurata da Instagram, significa che ha colpito profondamente nel segno. Significa anche che cambiano solo le forme della censura, adeguandosi ai tempi. Il dipinto di Natalja Goncarova incriminato, Modella (su sfondo blu), fu presentato a Mosca nel 1910, venne sequestrato e l’autrice accusata di offesa alla morale pubblica e di pornografia. Aveva ventinove anni, ed era la prima volta che un’artista donna esponeva pubblicamente nudi in Russia. Allora fu assolta dall’accusa, oggi Instagram ha successivamente consentito l’uso dell’immagine.
Natalja nasce nel 1881 nella campagna a sudest di Mosca, nel governatorato di Tula, in una proprietà della famiglia: i Goncarov appartenevano alla
piccola nobiltà rurale arricchitasi nei primi decenni del Settecento, ma col tempo si erano impoveriti. Vive fino a undici anni in campagna, poi con i
genitori e il fratello si trasferisce a Mosca, ma trascorre le estati dalla nonna e i ricordi della vita nei campi, delle attività agricole nella bella
stagione, dell’atmosfera agreste, rappresenteranno i ricordi più belli e struggenti della sua vita, soprattutto durante il lungo esilio parigino.
Nel 1901, ventenne, si iscrive alla Scuola di pittura, scultura e architettura di Mosca e si dedica alla scultura, passando poi al disegno e al pastello
anche per consiglio di uno studente della stessa scuola suo coetaneo: Michail Larionov, nato a Tiraspol, nel Sud della Russia, che le suggerisce: «Hai
occhio per il colore, ma ti impegni sulla forma. Apri gli occhi ai tuoi stessi occhi». E il colore diventerà elemento essenziale della sua
produzione. I due resteranno uniti per tutta la vita, vivendo insieme sessant’anni, e se il loro legame sentimentale si trasformerà, rimarrà sempre
indissolubile il sodalizio artistico.