Chi trova un Mondrian (1872-1944) astratto trova un tesoro, ma non è affatto semplice. Sul mercato possono essere ancora disponibili quadri figurativi (paesaggi, figure umane), ma le opere che hanno reso celeberrimo l’artista olandese sono una rarità. Chi l’avrebbe detto, quando il giovane Piet insegnava l’italiano e prendeva a modello gli impressionisti? Ma poi scoprì a Parigi il cubismo e i suoi piani geometrici diversi e affiancati, e ad Amsterdam, dove si rifugiò durante la Grande guerra, incontrò Theo van Doesburg con il quale pose le basi per il gruppo De Stijl e per il suo stile ben noto. Lo utilizzò a lungo, continuando a sviluppare quella combinazione di linee perpendicolari e di aree di colori perlopiù primari (rosso, blu e giallo) nella costante ricerca di una perfezione formale e di una purezza “spirituale”. Voleva spingere il cubismo alle sue ultime conseguenze: non gli bastava che la rappresentazione diventasse quasi universale ritraendo i soggetti da una miriade di piani e quindi punti di vista diversi. Voleva eliminare completamente la componente soggettiva: da qui la creazione di griglie, tipiche delle sue opere astratte, rigorosamente composte da geometrie essenziali e da colori primari.
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QUANDO MONDRIAN
SBANCA IL MERCATO
di Daniele Liberanome