Grandi mostre. 1 
Boltanski a Parigi

FOTOGRAFARE
IL TEMPO

Con una carriera iniziata per caso, oggi Christian Boltanski è uno dei più importanti artisti concettuali, interessato a raccontare la storia,
la rappresentazione autentica della vita, a “ricomporre” il tempo per non rischiare di smarrirne la memoria legata a eventi, luoghi, persone.

Riccarda Mandrini

Faire son temps, un titolo emblematico, per una mostra emblematica: l’antologica che il Centre Pompidou dedica all’artista francese Christian Boltanski (Parigi 1944) trent’anni dopo la sua prima retrospettiva presentata nel museo parigino nel 1984.
Faire son temps nella sua completezza prende la forma di una narrazione epica. In senso temporale inizia con le opere realizzate nella seconda metà degli anni Sessanta e arriva fino alle produzioni della prima decade del Duemila.
È una mostra avvolgente, la sintesi di un’epoca storica, che oggi ci sembra lontanissima, talmente il mondo reale è cambiato e con esso quello dell’arte.
Le opere, scelte tra le più note del repertorio dell’artista, restituiscono a pieno il linguaggio letterario di Boltanski, determinato da un’evidente appartenenza alla cultura alta, in opposizione alla scelta di affidare la narrazione a materiali ordinari, semplici, quali la fotografia amatoriale in bianco e nero e i molti oggetti d’uso comune.
Allo stesso modo risulta chiaro come il protagonista delle sue opere nel tempo non sia mai cambiato. È l’uomo, inteso sia come individuo sia in senso collettivo, di cui Boltanski traccia in ogni singolo lavoro un percorso che trova eco nella propria storia individuale e nell’analisi sociologica della sua epoca.
Come egli stesso racconta con un misto di piacere e ironia, nel lungo “entretien” con Bernard Blistène, direttore del Centre Pompidou e curatore della mostra, la sua carriera deve molto al caso, all’“hasard”. Per caso, nel 1957, cominciò a modellare, incoraggiato dal fratello Jean-Elie, degli oggetti in creta, ai quali associò una serie di dipinti con temi storici legati a conquiste militari e alla conseguente distruzione dei luoghi conquistati.