Entrare in una raccolta d’arte significa scoprire gusto e carattere dei collezionisti. Così, penetrando in quella di Paul Mellon e Rachel Lambert Mellon, detta Bunny, ci si imbatte in una famiglia americana dall’ottimo fiuto e dalla grande generosità, capace di mettere in piedi, con le sue forze economiche, giganti come la National Gallery di Washington.
I trisnonni di Paul erano degli scozzesi dell’Ulster (Irlanda) emigrati negli Stati Uniti all’inizio dell’Ottocento. A fare la fortuna economica della famiglia fu il loro figlio Thomas, ricco proprietario terriero e politico repubblicano che, con Andrew e Richard, due dei figli avuti da Sarah Jane Negley, creò un impero finanziario a Pittsburgh (Pennsylvania). Fondatori della T. Mellon & Sons, una delle più importanti banche tra Ottocento e Novecento (dal 2007 rinominata The Bank of New York Mellon), erano anche uomini politici di spicco. Andrew, eletto nel 1921 segretario al Tesoro degli Stati Uniti e ambasciatore nel Regno Unito, era considerato l’uomo più ricco d’America, dopo John Davison Rockefeller e Henry Ford. Lungimirante filantropo e collezionista d’arte, fu lui a donare allo Stato il West Building, la struttura classica della National Gallery di Washington, aperta il 17 marzo 1941 con i suoi cinquecentoquarantaquattro dipinti di arte antica e cinquanta sculture, primo nucleo del museo. A continuare la sua opera furono i figli Paul e Ailsa Mellon Bruce, che contribuirono alla costruzione dell’East Building dello stesso museo e a riempirlo di opere d’arte. Ailsa, morta nel 1969, vi aveva lasciato la sua raccolta di impressionisti francesi, in parte esposta nel 1989 in una mostra al Museo Correr di Venezia.