Quando, nel 1972, Jean Dubuffet donò alla città di Losanna la collezione di opere che aveva raccolto per circa trent’anni, andando a scovare artisti inconsapevoli di esserlo anche negli ospedali psichiatrici, pose le basi per la nascita di quella che oggi è una delle raccolte europee più importanti di “arte irregolare”: la Collection de l’Art Brut. Prende le mosse proprio da questa collezione-museo svizzera l’omonima biennale, che ha inaugurato a novembre scorso la sua quarta edizione e che sarà visitabile nel castello di Beaulieu fino al 26 aprile. In mostra ci sono le opere di quei creatori considerati borderline, sia perché in molti casi affetti da disturbi mentali, e come tali discriminati dalla società, sia perché rimasti ai margini del sistema dell’arte.

Aloïse Corbaz, Senza titolo (1941-1951).