Nella storia dell’arte occidentale del XX secolo, la figura di Mary Vieira sta riaffiorando negli ultimi anni dallo sfondo della storia. Risultando, a una diversa distanza nel tempo, una testimone politico-estetica in cui precisione e coerenza sono state alleate di irrequietezza, passione e assoluta fiducia nel potere generatore dell’arte. Credeva in un nuovo mondo che non si è verificato anche se ha avuto luogo nella fondazione utopica di Brasilia. Ha anticipato l’abbattimento tra specializzazioni disciplinari quali disegno, pittura, scultura e architettura, sapendo che si sarebbero estinte ed esprimendo la libertà del moto come un messaggio esatto, chiave per l’evoluzione dell’arte plastica.
Ma dove risiedono oggi la sua contemporaneità e il suo lascito? E come ripristinare la sua preminenza storica? Mary Vieira si definiva un «ideatore
plastico». Era nata nel 1927 a San Paolo, a seicento chilometri a nord-est di Belo Horizonte, terra dei suoi avi.
Artefice che ha fortemente influito sull’arte europea del dopoguerra, alla fine degli anni Cinquanta è diventata tramite estetico, identitario e
culturale tra Europa e Brasile, interpretando lo spirito di più nazioni, contemporaneamente. Si forma accademicamente a Minas Gerais e studia con
Alberto da Veiga Guignard a Belo Horizonte. Nel 1947 espone nel Salone dei giovani artisti brasiliani, organizzato dal Comune di Belo Horizonte, e dopo
un solo anno realizza le prime “maquette” di un’opera dinamica, dove l’esperienza estetica si integra in modo indissolubile con la partecipazione
diretta e co-creativa del fruitore.
Nel 1951 si stabilisce in Europa, dove vive il fondamentale sodalizio privato e artistico con il poeta e critico italiano Carlo Belloli. Nel 1953 riceve
alla II Biennale di San Paolo il Premio scultore brasiliano del Museu de Arte Moderna di Rio de Janeiro. Su invito di Max Bill, partecipa all’ultima
mostra del Gruppo Allianz, in Svizzera. Nel 1958 sposa Carlo Belloli, intensificando ulteriormente un dialogo intellettuale fondamentale per il suo
percorso estetico.