Grandi mostre. 2
Gio Ponti a Roma

VOLARE SULLE NOTE
DELLA LEGGEREZZA

Al Maxxi l’esposizione dedicata a Gio Ponti punta a mettere in evidenza il profilo poliedrico di un grande protagonista del secolo scorso che ha fatto dell’architettura un’arte “poetica” vissuta con slancio, ironia e profonda vocazione.

Jean Blanchaert

Amare l’architettura è sì una mostra dedicata al lavoro di Gio Ponti, ma è anche un concerto sinfonico in cui i curatoridirettori d’orchestra, Maristella Casciato e Fulvio Irace con Margherita Guccione, Salvatore Licitra e Francesca Zanella hanno chiamato a raccolta i migliori solisti, storici dell’architettura, affinché contribuissero con le loro interpretazioni a dare allo spettatore l’impressione di chi fosse Gio Ponti: grande italiano del XX secolo, profeta e angelo della leggerezza, architetto per eccellenza, inconsapevole musicista visivo. La mostra-concerto sinfonico si tiene al Maxxi - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, tempio libero dedicato alla bellezza dai cui pori in calcestruzzo 3SC sprizza la felicità di Zaha Hadid.
Lo spartito di questa sinfonia è il catalogo, curato da Maristella Casciato e Fulvio Irace. Procede di partitura in partitura con le testimonianze dei solisti testè citati senza tralasciare nessuna delle opere significative di Gio Ponti. L’architettura al centro. L’allestimento serio, pedagogico e volutamente non sontuoso di Silvia La Pergola e Barbara Pellizzaro è molto suggestivo; progetti e modellini si affacciano sul quartiere Flaminio e sembrano farne parte. La riproduzione del “giallo fantastico” usato per la pavimentazione della rampa trasporta il visitatore all’interno del più famoso grattacielo pontiano: il Grattacielo Pirelli, a Milano.
Alle pareti, a mo’ di grandi post-it rettangolari, gialli, grigi e arancioni, i famosi aforismi di Ponti, prolifico di frasi spiazzanti non meno di Oscar Wilde e Karl Kraus.

«Il più bel colore nell’architettura? Il bianco, colore puro della forma».