Sembra incredibile che il cinema mai prima avesse adattato un testo del grande reporter Ryszard Kapuściński:
Ancora un giorno colma la lacuna (da poco in dvd per Mustang). Una mancanza dovuta non tanto al disinteresse verso la sua figura quanto
forse alla sua scelta di impegno: «Io mi ritrovo in mezzo agli umiliati e offesi. La povertà non ha voce, per questo io gli do la mia». Sono anche
le parole che chiudono il film (oltre al volume omonimo). Ancor più il suo dilemma etico è il nucleo del libro e del film di animazione che
piuttosto fedelmente vi si ispira. Quando Kapuściński viene a sapere che le truppe armate sudafricane prima e cubane poi stanno intervenendo nel
conflitto angolano (1975-2002) dà al mondo la prima notizia ma tace la seconda. Kapuściński è disposto per una volta a tradire il suo codice
deontologico, se occultare una verità significa ridare dignità a un intero popolo. La rivoluzione vincerà di lì a poco, con l’aiuto dei cubani. Il
film alterna piuttosto bene la parte narrativa e introspettiva, affidata all’animazione, con quella memorialistica affidata a brani di repertorio e
interviste agli altri protagonisti del libro, in particolare il collega Arturh Queiroz e il comandante Farrusco. Il lungometraggio è un incrocio di
“war” e “road movie”, documentario e film biografico, il tutto nel segno di un’animazione basata sul “morphing” e il “frame capture” (attori ripresi
in studio con sensori e poi trasformati digitalmente in disegno animato). Ma l’animazione si presta anche bene a esprimere paure e senso di colpa:
le scene più allucinate sono caratterizzate dall’uso del colore rosso. Non è un caso che le tante anime del film si riflettano nella breve
filmografia dei due registi: Raúl de la Fuente, autore spagnolo dei due documentari Minerita e Nömadak Tx, e Damian Nenow, polacco, autore
di City of Ruins, documentario, e di Paths of Hate, corto di animazione, entrambi sulla guerra. Ma il film ha il suo cuore nella
storia struggente della diciannovenne guerrigliera Carlotta che si sacrifica per la missione del reporter, impegnato a raccontare i tragici giorni
della guerra civile perché il mondo sappia. A lei e al suo amore per i bambini è dedicato un indimenticabile ritratto che è il compendio della
speranza della nuova Africa di ieri e di oggi.


