Gibellina (Trapani) rappresenta un caso unico al mondo: una “città del terremoto” che è divenuta città d’arte.
Quest’anno ricorre, è vero, un centenario di Raffaello (il quinto della sua morte), ma anche un secolo dalla nascita di Pietro Consagra (1920-2005), uno tra gli artisti che hanno dato vita a quell’eccezionale esperimento senza pari. Ma le sue opere nella città siciliana oggi vivono nella massima sofferenza e corrono il rischio di andare irrimediabilmente perdute. Più che un articolo, questo è un assoluto grido di dolore.
Per i più giovani, o i meno informati, ricordiamo la vicenda: il sisma del 14 gennaio 1968 nella Valle del Belice distrugge Gibellina, allora di seimila abitanti (oggi, ce ne sono duemila in meno), il cui nome deriva dall’arabo, e significa “piccola montagna”, forse fondata nel Medioevo. Un centro non ricco: per alcuni, soltanto dieci abitanti possedevano un pozzo e sei un bagno. Abbattuta ogni cosa: anche la biblioteca, aperta poche ore alla settimana, l’unico pubblico esercizio in loco; non c’erano teatro, cinema, ristoranti.
Gibellina è una delle quattro città che sono ridotte così; altri cinque paesi danneggiati all’ottanta per cento, e altri ancora, gravemente lesionati. Dal 1984 al 1989, dove erano le rovine, Alberto Burri realizza un’immensa opera di Land Art: il Grande cretto di ottantamila metri quadrati, blocchi di cemento alti oltre un metro e mezzo, con fenditure larghe dai due ai tre metri, per ricordare i vicoli del luogo. A trecentocinquanta metri di distanza c’è quanto resta della città vecchia: dei ruderi ormai sepolti dal verde.
L’idea era stata di un sindaco eccezionale, Ludovico Corrao (1927-2011), tre volte parlamentare e avvocato di Franca Viola, la prima donna a ribellarsi alle nozze riparatrici dopo il rapimento e la violenza, il cui esempio determinerà la fine del “matrimonio d’onore”: Corrao, purtroppo, finirà assassinato da un suo dipendente bengalese nella sede della Fondazione Orestiadi, da lui creata nel 1981, e che è sempre nella località Baglio Di Stefano.

Le immagini di questo articolo riguardano le opere realizzate per la ricostruzione di Gibellina, distrutta dal terremoto del Belice nel 1968.
