È uno scrigno preziosissimo quello che racchiude la mostra delle porcellane cinesi da esportazione, al quarto
piano della Torre della Fondazione Prada. Lo studio olandese Tom Postma Design ha realizzato una scatola di velluto e oro, minimale e lussuosa,
per ospitare oltre millesettecento porcellane destinate ai mercati stranieri, in gran parte decorate con elementi iconografici europei, realizzate
in Cina tra l’inizio del XVI secolo e la metà del XIX secolo, tra le quali il più grande insieme mai esposto di porcellane della dinastia Ming da
esportazione. Oggetti quotidiani che diventano simbolo della prima globalizzazione, quella cominciata con Marco Polo nel lontano XIII secolo.
Stiamo parlando dei più antichi scambi commerciali tra Cina ed Europa, che si trasformarono presto in ordini su misura. A opera dei portoghesi
che, una volta scoperto il pregio di ceramiche e porcellane cinesi, iniziarono a importarle in Europa via mare. E a commissionare, dal Cinquecento
in poi, porcellane decorate con motivi occidentali.
La prima stanza è blu, anzi bianca e blu, vicina nello spazio e nel tempo. I vasi, i piatti, le teiere, le caraffe e le scodelle che vediamo
risultano incredibilmente familiari. Le scritte che le decorano - per esempio sulla teiera dai manici di metallo a zig zag - sono in caratteri
arabi o latini. Gli stemmi sono quelli dell’araldica europea. Vasi per acqua di rose, ciotole immense, bottiglie, incensieri.
Due gentiluomini col cilindro chiacchierano amabilmente davanti a una chiesa cattolica in cima a una montagna. La brocchetta che decorano sembra
artigianato di Delft.

Ogni dettaglio contribuisce a creare un ambiente speciale, colorato, esotico, ibrido e indimenticabile