Ènel centro storico della città: nato come chiesa ai tempi dei longobardi, di cui era principe Guaiferio
(861-888), che vi è sepolto con i discendenti; lui, combatteva le spinte indipendentiste che volevano separare Capua da Salerno, dove siamo. Poi,
nei secoli, l’edificio si è accresciuto; e ha logicamente mutato volto. «Oggi, possiamo leggerne quattro distinte fasi costruttive: quella della
fondazione, quelle del Sette e Novecento, e l’ultima, che è verso il 1940», dice Raffaele Bruno Pinto, architetto, Università Federico II di Napoli.
Quasi privo di una facciata, dall’esterno sembra solo un immobile imponente, che si eleva sulle altre costruzioni dell’abitato; e frutto di
successive sovrapposizioni, composito. Se ne apprezzano, per esempio, le eleganti modanature settecentesche di una sfilata di sette finestre, alcune
dal balconcino in ferro battuto, da cui si vedono le costiere amalfitana e del Cilento. Ma all’interno conserva ancora, purtroppo assai malandati,
svariati piccoli pregi: affreschi; squarci liberty; perfino - segno dei tempi - qualche fascio littorio.
Tuttavia, ormai da almeno
quarant’anni, dal sisma dell’Irpinia, è abbandonato; è quasi vuoto, e nessuno se ne prende cura. Forse, si aspetta soltanto che crolli, per
ricavarne una buona (e lucrosa) cubatura: palazzo San Massimo è questo. Già della famiglia Maiuri, è diventato poi anche scuola e sede di uffici
comunali; oggi è soltanto una “scatola” inagibile. Qualcuno l’ha descritta così: «Mura perimetrali fatiscenti, putride e incrostate di umidità;
erbacce e rifiuti che fanno capolino da ogni angolo; balconi spettrali; vetrate rotte con vista sul vuoto». È tra gli infiniti esempi (e neppure dei
peggiori) di un patrimonio troppo dimenticato. Unicamente una parte che era compresa, in origine, nel palazzo è ancora abitata: nel pavimento dello
studio rimane un lacerto di una strada d’epoca romana. Ma il resto, è tutto un disastro. Si perde un edificio; e si smarrisce, annullandola, anche
un’importante memoria: un “unicum” per la città.

Le immagini di questo articolo riguardano palazzo San Massimo a Salerno, voluto dal principe Guaiferio (861-888) e modificato fino al 1940.