Storie a strisce
COSA RENDE MEMORABILE
UN GRAPHIC NOVEL?
di Sergio Rossi
Si dice che ogni scrittore brinda quando il suo manoscritto supera le cento pagine perché è passato ufficialmente da racconto lungo a romanzo. Se nel mondo delle lettere è difficile definire un testo “romanzo” o “racconto” a seconda della sua lunghezza, nel mondo del fumetto la questione è ancora più ardua, dato che il numero di pagine in cui si svolge una storia può dipendere da specifiche regole editoriali stabilite a priori per ottimizzare i costi di produzione. Un esempio sono i volumi “alla francese”, come quelli di Asterix, che sono libri cartonati di grande formato con quarantasei pagine a colori. Queste regole sono state in parte scardinate nel tempo a partire dagli anni Settanta dello scorso secolo fino ad arrivare all’odierna pluralità di formati, foliazioni e stili. Questa diversità di produzione fa però sorgere la domanda se possiamo parlare di graphic novel anche per opere del passato nate quando agli autori era chiesto di contenere le proprie storie in un numero di pagine prestabilito. Per rendersi conto di questo problema, prendiamo quattro libri a fumetti usciti in questi mesi. Iniziamo con il bellissimo volume di grande formato (21,5 x 30 cm) Alack Sinner: l’età dell’ innocenza (426 pagine, bianco e nero, cartonato, nuova traduzione di Fiorella Di Carlantonio), primo tomo di due, edito da Oblomov. Il libro raccoglie le storie scritte e disegnate dagli argentini Carlos Sampayo e José Muñoz dedicate al detective privato Alack Sinner, un ex poliziotto dalla complessa vita personale che si muove in una New York più inventata che reale e per questo trasfigurata in un luogo mitico fuori dal tempo. Nate per le pagine della rivista “alterlinus” tra il 1975 e il 1981, queste storie sono qui proposte in un formato più grande che esalta lo straordinario segno di Muñoz, mentre la lunga intervista finale ai due autori a cura di Goffredo Fofi, realizzata per l’edizione originale francese, mette in risalto il dietro le quinte della lavorazione. Le prime dieci storie hanno una lunghezza ben definita tra le venti e le trenta pagine, mentre l’undicesima, Trovare e ritrovare, ne ha ottantaquattro. Questo volume è quindi una raccolta di racconti o di romanzi a fumetti? Al lettore la sentenza. Per chi scrive, si tratta comunque di undici capolavori assoluti del fumetto mondiale, ognuno dei quali ha una densità narrativa superiore a quella di molti graphic novel che hanno molte più pagine. Per rendersene conto basta leggere Ombelico infinito dell’americano Dash Show edito da Coconino Press - Fandango (traduzione di Francesco Pacifico, brossura): 720 pagine in bianco e nero per raccontare sei giorni di una famiglia disfunzionale, quando forse ne basterebbero molte meno.