In caso di pericolo, chiudersi in casa. La centralità dell’abitazione nella società olandese del XVII secolo è
evidente nella trattatistica popolare del tempo e nei resoconti di viaggio, ma l’interno domestico trova un ruolo da protagonista soprattutto
nella pittura di genere.
Un’idea di casa che è anche una nuova idea di vita privata, di rapporti familiari, di visione di sé nella società. È la nascita dell’intimità
domestica e del concetto di privacy, un’idea - e un’organizzazione della vita materiale - che si diffonderà gradualmente fino a diventare uno dei
cardini della società occidentale contemporanea.
A partire dalla seconda metà del XVII secolo, nelle città dei Paesi Bassi si procede verso una sempre maggiore differenziazione funzionale degli
ambienti della casa. Soprattutto, si tende in maniera sempre più netta a distinguere gli spazi della vita privata familiare da quelli destinati a
incontrare estranei. Il “voorhuis”, l’ingresso, diventa il luogo del contatto tra i membri della famiglia e i visitatori occasionali (venditori
ambulanti, mendicanti, postulanti...) o professionali. Per commercianti e artigiani è il luogo in cui si svolge spesso una parte del lavoro del
padrone di casa, la stanza in cui ricevere clienti o fornitori.
Viene tracciata anche una chiara distinzione di ruolo tra uomini e donne. Ai primi spetta di provvedere a procurare i mezzi di sussistenza della
famiglia, alla donna la cura dell’economia domestica, dei figli, della servitù. In pratica l’uomo si identifica con l’esterno, con la vita
sociale, e la donna con l’interno, la vita privata.