Outsiders


ERA UNA NOTTE
BUIA E TEMPESTOSA

di Alfredo Accatino

Un viaggio alternativo nell’arte del Novecento, alla riscoperta di grandi artisti, di opere e storie spesso dimenticate: George Copeland Ault

Anovantasette miglia e cento passi da Times Square, Woodstock, negli anni Cinquanta, era poco più di un nulla in mezzo alla campagna. È qui, però, che nella Maverick Concert Hall, in realtà solo un grande fienile, il pianista David Tudor realizzò la prima esecuzione del mitico “brano silenzioso” 4’33” di John Cage.

È qui che Bob Dylan, che vi abitava, ebbe un grave incidente motociclistico da cui si salvò per miracolo. Ed è sempre qui che, dal 15 al 18 agosto 1969, si tenne il raduno di quattrocentomila giovani per il concerto simbolo della “hippie generation”.

Arte e vita da quelle parti sono stati fattori indissolubili, non sempre facili da conciliare, tanto che i gli abitanti del posto pretesero che il cimitero per gli artisti fosse separato da quello municipale.

Non so in quale dei due sia sepolto George Copeland Ault, forse il più metafisico dei pittori americani, ma è certo che in una notte buia e tempestosa dell’ultimo dell’anno, in circostanze mai chiarite, proprio tra i boschi di Woodstock, ha perso la vita un protagonista grande e in parte dimenticato della pittura statunitense. Anticipatore del precisionismo ma anche della riscoperta della tradizione rurale e dell’arte folk. Un artista di incredibile talento, perché le sue opere non rappresentano ma “bisbigliano”.


Luce luminosa agli angoli di Russell (1946), Washington, Smithsonian American Art Museum.