uncommon people in ordinary life (Lugano, Photographica Fineart Gallery, fino al 26 aprile,
www.photographicafneart.com) presenta una trentina di immagini in cui personaggi dell’arte, della politica, dello spettacolo vengono ritratti da
fotografi del XX secolo nella quotidianità, anche se questa non appare sempre scontata, ma riserva delle sorprese. Come il Che Guevara rilassato e
mondano mentre fuma un sigaro, ritratto da Elliott Erwitt.
Candida Höfer (Mantova, palazzo Te, fino al 1° giugno, www.clponline.it),
originale fotografa a livello internazionale (1944), dopo Fabrizio Plessi e Bill Viola, prosegue il ciclo di La casa degli dei, progetto
dell’Assessorato alle politiche culturali di Mantova, per esaltare lo spazio di palazzo Te, con otto sue fotografe. La Mantova che ritrae è una
città perfetta, ideale. Tutto è così osservato nel minimo dettaglio da dare l’idea che la città sia stata costruita e progettata nella mente
dell’artista prima ancora che vista attraverso l’occhio.
Capa in Color (New York, ICP - International Center of Photography fno al 4 maggio,
www.icp.org) è la prima completa valutazione della fotografa a colori del grande fotogiornalista, che dal 1941 usò il colore fino alla sua morte nel
1954. Una produzione importante ma fino a oggi dimenticata. La mostra in daga su come Capa reinventò se stesso come fotografo negli anni in cui non
documentava guerre e confitti politici, quando nuove riviste chiedevano solo immagini a colori minacciando il primato della Magnum come agenzia
fotografca internazionale. La fotografa a colori non fu un supplemento al lavoro in bianco e nero, ma fu essenzialmente integrata nella sua vita e
carriera durante gli anni 1940-1950.
