XX secolo
Da Jacovitti a “Frigidaire”

storie
di lucidissime follie

In Italia è il “Corriere dei Piccoli”, nei primi anni del Novecento, ad aprire la strada al grottesco nel fumetto e a Influenzare vignettisti del calibro di Jacovitti, capace di raccontare attraverso un segno surreale e inquietante la più cruda realtà. Eredità, la sua, colta poi da Pazienza che insieme ad alcuni colleghi, tra i quali Stefano Tamburini, fonda nel 1980 la mitica rivista “Frigidaire”

Sergio Rossi

Due sono i grandi stili ideali del disegno a fumetti: il realistico e il grottesco. Ma per paradosso il secondo è quello che spesso ha meglio ritratto la realtà quotidiana rispetto al primo. Lo si vede bene nei primi fumetti a cavallo tra XIX e XX secolo, come per esempio Yellow Kid (1894) di Richard F. Outcault, in cui la realtà degli “slums” di New York è narrata attraverso le deformazioni dei corpi e delle monellerie iperboliche dei ragazzi di Hogan’s Alley. Qualche anno dopo sarà di nuovo lo stesso Outcault, diventato ricco e famoso, a raccontare l’ipocrisia dell’alta società americana attraverso le marachelle del “bambino modello” Buster Brown (1902) e di Tige, il suo bulldog dall’inquietante sorriso da Stregatto. Sulla stessa strada si muovono Frederick Burr Opper, che racconta il lato oscuro del “sogno americano” nelle storie del vagabondo Happy Hooligan (1900) noto in Italia come Fortunello, e quindi Geo McManus il quale, nella striscia Bringing up Father (1913), mette alla berlina il mondo dei nuovi ricchi attraverso le gaffe in società e le liti casalinghe della coppia da noi conosciuta come Arcibaldo e Petronilla. Non c’è da stupirsi: questi fumetti - spesso dei capolavori, come quelli realizzati da Winsor McCay, Lyonel Feininger, Elzie C. Segar, George Herriman - erano pubblicati su quotidiani e periodici e diretti a un pubblico adulto. In Italia arrivano il 28 dicembre 1908 sulle pagine del neonato “Corriere dei Piccoli”, sono destinati a lettori bambini ma privi dei “balloon” e con l’imposizione delle rime baciate sotto le vignette. Eppure, la loro primigenia carica eversiva non viene attenuata, come dimostra la loro influenza sull’opera di Benito Jacovitti (Termoli 1923 - Roma 1997), e quella di Andrea Pazienza (San Benedetto del Tronto 1956 - Montepulciano 1988). Creatore di personaggi proverbiali come Cocco Bill, Zorry Kid, i 3 P (Pippo, Pertica e Palla), il poliziotto Cip e il supercriminale Zagar e di tanti Diari Vitt, Jacovitti esordisce non ancora maggiorenne sui periodici editi dal fiorentino Nerbini. Qui appaiono anche le sue famose pagine doppie piene all’inverosimile di eventi e personaggi, sul modello sia dei primi fumetti americani sia di autori italiani come Giove Toppi.


Ranxerox, il coatto sintetico creato da Stefano Tamburini e Tanino Liberatore: un personaggio simbolo della rivista “Frigidaire”, fondata nel 1980, e di un’epoca.