cosa succede a Conegliano dopo Cima da Conegliano? La domanda non è oziosa e potrebbe riferirsi sia alla storia
di una piccola città e del suo territorio nel Cinquecento; sia all'oggi e alle acquisizioni culturali recenti che rischiano di andar disperse,
proprio a cominciare dalla fortunata mostra dedicata a Cima nel 2010. L'esposizione di oggi -
Un Cinquecento inquieto. Da Cima da Conegliano al rogo di Riccardo Perucolo - alza il sipario su un palcoscenico di straordinario
interesse: una città di piccole dimensioni ma di grandi ambizioni e di ancor più clamorose esperienze. Non solo nel campo delle arti figurative,
quella pittura coneglianese che vede all'opera artisti di differente matrice culturale ma che fornisce altres“ opportunit^ e stimoli per divenire
scena e, insieme, laboratorio; ma anche nelle lettere e nella ricerca filosofica in territori di confine e addirittura in pericolosi crinali del
sapere e dello sperimentare; come pure nel campo religioso, toccato e investito dal ciclone della Riforma e dalla non meno sconvolgente burrasca
della Controriforma, con tutto il seguito di grande attivit ^ di tribunali e giudici, di punizioni, abiure e condanne. E proprio una condanna si
pone quale termine di riferimento, come punto d'arrivo di alcuni decenni agitati e creativi: quella di Riccardo Perucolo, piccolo ma indomito
frescante bruciato in piazza a Conegliano a fine febbraio 1568, in una vicenda drammatica e terribile di presunta eresia, che gi^ ventÕanni or sono
ha ispirato un libro non meno rigoroso che emozionante di Lionello Puppi, Un trono di fuoco (Roma 1995). Su questo scenario si sviluppa
un'avventura che vede affacciarsi personalit^ di primo piano e attori locali, antica nobiltà feudale e ambizioni "borghesi", poeti dilettanti e
intellettuali di portata internazionale.
La presenza di artisti "lombardi" è, Cima ancora attivo, assai importante: Antonio Solario, Francesco da Milano e Giovanni Agostino da Lodi e altri ancora; ma l'arrivo di Pordenone Ð che qui vive la sua maturazione in una metamorfosi di portata strepitosa Ð sottopone la culrelitura locale a un impressionante “tour de force”. Intanto Tiziano attraversava di frequente queste terre - lasciando tangibili tracce - per curare i suoi interessi tra Ceneda e Serravalle e per raggiungere i suoi interlocutori imperiali. Incuneata quasi tra Lombardia e Friuli e sollecitata dallo specchio veneziano, Conegliano si sottopone a un aggiornamento profondo e radicale, anche se non mancano botteghe che coltivano più modesti sogni di “refoulements” nostalgici.
