specchio vero e non di oggetti o concetti, ma di persone in carne e ossa, dei protagonisti di una stagione irripetibile. In un misto di orgoglio malcelato (e col tempo celato sempre meno) e di modestia paradossalmente esibita, non solo uomini di Stato ma anche scienziati, armatori, mercanti, uomini di fede, coppie di sposi, fino agli artisti stessi, si mettono in posa per avere un avatar da esporre in casa propria, qualche volta in uno spazio pubblico, per ricordare ai posteri la propria fisionomia, o per celebrare un evento e fissarne la memoria.
Inizialmente i sobri e operosi calvinisti costruttori della Repubblica mostrano appena il loro volto serio, un abito nero illuminato da una candida gorgiera - quella sì con ampie variazioni di forme e dimensioni: a lattuga, di merletto, ricamate, a ruota, a reticello, con polsini abbinati... - o da un più semplice bavero, e sfondo neutro, preferibilmente scuro. Col passare dei decenni e il consolidarsi del benessere quei volti si accostano sempre più al modello della ritrattistica barocca europea: più colore, abiti meno monacali, ambientazione in un interno alla moda o in un giardino.

