(Amsterdam 1585 circa - Kampen 1634)
Compie la sua formazione nella città natale, presso il danese Pieter Isaacks, ritrattista e pittore di storia. Ma tra i suoi possibili maestri si è
anche avanzato il nome di David Vinckboons, un pittore di paesaggio di origine fiamminga anch’egli operante ad Amsterdam. Avercamp è anche noto col
soprannome “il muto di Kampen”, che allude chiaramente al suo handicap, cui per alcuni va aggiunto anche quello della sordità. Pittore specializzato in
paesaggi invernali, godé in vita di un grande successo.
Ludolf Bakhuizen
(Emden 1630 - Amsterdam 1708)
Tedesco di nascita e trasferitosi ad Amsterdam attorno ai vent’anni, è soprattutto famoso per le sue marine. Prima di dedicarsi alla carriera artistica
è impiegato contabile, seguendo poi la sua inclinazione sotto la guida consecutiva di due famosi maestri del tempo, Allart van Everdingen e Hendrik
Dubbels. Stimato da grandi regnanti come Cosimo III de’ Medici e Pietro il Grande, che vollero rendergli visita, lavora anche per vari principi
tedeschi. Nel 1699 apre una sua propria galleria ad Amsterdam, dove alle proprie opere alterna quelle di giovani artisti.
Gerrit Berckheyde
(Haarlem 1638-1698)
A iniziarlo alla pittura è il fratello maggiore, Job Berckheyde. Con lui compie nel 1650 un lungo viaggio in Germania lungo il Reno, sostando a Bonn,
Colonia, Mannheim prima di fermarsi a Heidelberg, dove i due fratelli lavorano per l’elettore palatino Karl I Ludwig. Una volta tornati a Haarlem, nel
1660, Gerrit diventa membro della corporazione locale dei pittori, la gilda di San Luca, dipingendo d’ora in poi quasi esclusivamente vedute urbane
ambientate principalmente a Haarlem, Amsterdam e L’Aja.
Ambrosius Bosschaert il Vecchio
(Anversa 1573 - L’Aja 1621)
Si trasferisce con la famiglia a Middelburg sotto la minaccia di persecuzioni religiose. Qui, ventunenne, entra nella gilda di San Luca, la corporazione
cittadina dei pittori di cui in seguito diviene decano. Attivo anche ad Amsterdam, Bergen op Zoom, Utrecht e Breda, è inoltre mercante d’arte. Tra i
primi a specializzarsi in nature morte floreali di estrema precisione botanica, ha tre figli (Ambrosius II, Johannes e Abraham) che col cognato
Balthasar van der Ast ne raccolgono l’eredità artistica.
Adriaen Brouwer
(Oudenaarde 1605 - Anversa 1638)
Sul pittore, fiammingo, le fonti attendibili sono scarse. A partire dal 1626 la sua presenza è attestata ad Amsterdam e a Haarlem dove forse giunge via
Anversa e dove si pensa che possa essere stato allievo di Frans Hals. Di nuovo ad Anversa nel 1631-1632, è membro della gilda di San Luca. La sua vita,
funestata da problemi finanziari, finisce a soli trentatre anni quando Brouwer muore, probabilmente di peste. Pare che in un primo momento il suo corpo
sia stato gettato in una fossa comune per poi essere riesumato, su interessamento della gilda, e sepolto nella chiesa delle Carmelitane di
Anversa.
Pieter Claesz.
(Berchem 1598 - Haarlem 1661)
Nasce in una cittadina presso Anversa, che allora faceva parte dei Paesi Bassi spagnoli. Qui risulta iscritto nel 1620 alla gilda di San Luca ma già nel
1621 si stabilisce a Haarlem dove si svolge essenzialmente la sua attività e dove è attestato quale membro della gilda dei pittori locali nel 1634.
Esponente tra i più rappresentativi e originali della natura morta, condivide questo primato, a Haarlem, con Willem Claesz. Heda col quale a partire dal
1628 sviluppa una seria concorrenza.
Pieter Codde
(Amsterdam 1599-1678)
Tra le notizie che riguardano la sua vita c’è quella di una zuffa ingaggiata col collega Willem Cornelisz. Duyster nel 1625 durante una festa in una
proprietà di Barent van Someren, il suo maestro più probabile. Le fonti ricordano anche un’accusa di stupro - poi caduta per mancanza di prove - che nel
1636 causa la fine del suo matrimonio. Codde conclude i suoi giorni nella casa che, raggiunta una solida posizione economica, acquista nel 1657 ad
Amsterdam sul Keizersgracht per cinquemila fiorini.
Jan Davidsz. de Heem (Utrecht 1606 - Anversa 1683/1684)
È uno dei principali pittori di nature morte. La sua prima formazione è a cura del padre, David de Heem il Vecchio, quindi studia con Balthasar van der
Ast nella città natale e poi a Leida con David Bailly. Nel 1635-1636 è ad Anversa dove si stabilisce - nonostante i frequenti viaggi e un lungo
soggiorno a Utrecht tra il 1668 e il 1671 - entrando nella gilda dei pittori locali e ottenendo i diritti di cittadino. Tra i suoi molti allievi e
seguaci anche i figli Cornelis e Jan Jansz.
Pieter de Hooch
(Rotterdam 1629 - Amsterdam 1684)
Famoso per le sue scene di genere, svolte solitamente in quieti ambienti domestici. Studia a Haarlem con il paesaggista Nicolaes Berchem. Dal 1650
lavora per il mercante di tessuti e collezionista di opere d’arte Justus de la Grange sia come suo servitore sia come pittore: undici sue opere
compaiono in un inventario come appartenenti al mercante. Trasferitosi a Delft, dove è documentato nel 1652, segue forse gli insegnamenti di Carel
Fabritius e Nicolaes Maes, esponenti della scuola locale, ma soprattutto la sua pittura si accosta a quella di Vermeer. Dal 1661 si stabilisce ad
Amsterdam.
Gérard de Lairesse
(Liegi 1641 - Amsterdam 1711)
Vero virtuoso, figlio e fratello di pittori, versato nella musica come nella poesia, dal 1665 si stabilisce ad Amsterdam, dove può contare sulle
commissioni di molti importanti mecenati, tra cui lo stathouder Guglielmo III, e dove esercita anche la professione di mercante d’arte. Nel 1690,
divenuto cieco, non gli resta che darsi all’insegnamento teorico dell’arte per guadagnarsi da vivere. Le sue lezioni vengono pubblicate nei Fondamenti
di pittura (1701) e nel Grande libro dei pittori (1707), che rispecchiano una concezione rigidamente accademica dell’arte.
Gerrit Dou
(Leida 1613-1675)
È il massimo rappresentante della Scuola di Leida. Per tre anni è apprendista nello studio di Rembrandt la cui influenza è particolarmente evidente
nella sua prima produzione. Operando a Leida come pittore indipendente, diviene presto famoso, iniziando a dipingere dal 1640 quadri di piccolo formato
con scene di vita quotidiana realizzate con uno stile estremamente minuzioso, quasi miniaturistico. Il corpus dei suoi lavori è particolarmente nutrito,
con oltre duecento opere.
Carel Fabritius
(Middenbeemster 1622 - Delft 1654)
Inizialmente deve avere esercitato il mestiere di carpentiere, come fa supporre il nome “fabritius” (dal latino “faber”). Allievo di Rembrandt ad
Amsterdam insieme al fratello Barent, nei primissimi anni Cinquanta si trasferisce a Delft dove muore a trentadue anni nell’esplosione di un magazzino
di polvere da sparo che sventra un intero quartiere della città, quello dove appunto si trovava il suo studio. Nell’esplosione vanno distrutte anche
molte sue opere: oggi non ne resta che una dozzina.
Govaert Flink
(Cleves 1615 - Amsterdam 1660)
Studia in un primo tempo a Leeuwarden, presso Lambert Jacobszoon, in realtà è più noto come predicatore itinerante che come pittore. In seguito entra
nello studio di Rembrandt che influenza in modo molto netto la sua prima produzione. Successivamente si orienta maggiormente verso la maniera di Rubens.
I suoi quadri di maggior successo sono i ritratti, specialmente quelli di gruppo.
Dirk Hals
(Haarlem 1591-1656)
È il fratello minore di Frans Hals, che è suo maestro insieme ad Abraham Bloemaert. Dedicatosi quasi esclusivamente alla pittura di genere, è attivo
nella città natale fino alla morte, fatta eccezione per brevi periodi in cui lavora a Leida. Alcune testimonianze fanno ritenere che non lavori in
proprio prima del 1627, quando entra nella corporazione dei pittori locali. Come altri artisti dell’epoca, oltre a dipingere commercia anche in opere
d’arte e si ha notizia di alcune aste organizzate insieme a vari soci.
Frans Hals
(Anversa 1582/1583 - Haarlem 1666)
Dopo la conquista spagnola di Anversa, si trasferisce con la famiglia a Haarlem dove, non ancora trentenne, entra nella prestigiosa gilda di San Luca,
di cui diventerà presidente nel 1644. Nonostante i suoi presunti studi con il pittore fiammingo Karel van Mander, le sue opere, sia giovanili che
mature, non presentano tracce della sua influenza. Tormentato da problemi economici, subisce vari procedimenti giudiziari per debiti. Considerato uno
dei grandi maestri del ritratto, oltre a quello del pittore svolge anche altri mestieri come quello del banditore e del restauratore. Willem
Claesz.
Heda
(Haarlem 1594-1680)
Della sua vita si hanno pochissime notizie, tutta trascorsa nella sua città natale. Dopo i primi studi di figura, si dedica quasi esclusivamente alle
nature morte. Le sue “tavole imbandite” o “colazioni” si distinguono per il rigore formale e la disposizione ordinata degli elementi, che l’artista
restituisce con un’accuretezza straordinaria. A caratterizzare le composizioni sono le luci modulate che riflettono sulle superfici degli oggetti.
Meindert Hobbema
(Amsterdam 1638-1709)
Tra i più importanti pittori di paesaggio, è allievo e amico, ma anche rivale, di Jacob van Ruysdael. I suoi dipinti sono spesso ambientati nell’Est
dell’Olanda, che visita a più riprese nel corso dei suoi molti viaggi all’interno del paese. Dal 1669 ricopre la carica di ispettore dell’importazione
dei vini ad Amsterdam riducendo grandemente la sua attività artistica, che da questo momento diviene un’occupazione marginale. Ciò non gli impedisce di
creare opere straordinarie come Il viale di Middelharnis (1689), considerato il suo capolavoro. Vive i suoi ultimi anni in estrema povertà.
Willem Kalf
(Rotterdam 1619 - Amsterdam 1693)
Nato in un’agiata famiglia patrizia, verso la fine degli anni Trenta si reca a Parigi dove rimane a lavorare per alcuni anni dipingendo principalmente
interni rustici e nature morte. Dopo il suo rientro in Olanda, stabilitosi prima a Hoorn e poi, nel 1653, ad Amsterdam, sviluppa ulteriormente la natura
morta, approdando a composizioni ornate e sontuose, da leggere in chiave allegorica.
Judith Leyster
(Haarlem 1609 - Heemstede 1660)
Dopo aver studiato all’Accademia della sua città, vince un pensionato a Firenze, poi compie viaggi di studio a Vienna, Roma e Venezia. La sua pittura si
orienta sia verso il ritratto, del quale è abile interprete, sia verso il genere sacro, per il quale riceverà molte committenze destinate a monumenti
religiosi emiliani. Nel 1839 dirige a Modena l’Accademia Atestina di Belle Arti, che lo aveva visto studente. Nel 1860 diventerà anche direttore della
Galleria Estense.
Jan Lievens
(Leida 1607 - Amsterdam 1674)
A soli dodici anni opera già a Leida come artista indipendente. Agli anni tra il 1626 e il 1631, quando si trasferisce in Inghilterra, risale la sua
collaborazione con Rembrandt, stretta al punto che per questo periodo è difficile distinguere le rispettive opere. Oltre che in Inghilterra, dove
subisce l’influenza di Antoon van Dyck, è attivo ad Anversa, all’Aja e a Berlino. Dal 1655 si stabilisce ad Amsterdam dove trascorre i suoi ultimi anni
tra crescenti problemi economici, lasciando alla sua morte ingenti debiti.
Nicolaes Maes
(Dordrecht 1634 - Amsterdam 1693)
Allievo di Rembrandt ad Amsterdam, col quale inizia a studiare attorno al 1650, è fortemente influenzato dallo stile del maestro, nella sua prima
produzione. La sua fama è però legata 49 ai dipinti di genere eseguiti nel decennio 1655-1665, quando fa ritorno nella città natale. Dal 1665 al 1673 si
trasferisce ad Anversa cambiando stile e soggetti in modo così radicale che alcuni hanno pensato a un artista omonimo: ora il genere preferito è il
ritratto, influenzato da Van Dick. Dal 1673 si stabilisce, con grande successo, ad Amsterdam.
Gabriel Metsu
(Leida 1629 - Amsterdam 1667)
Ha forse compiuto il suo apprendistato a Leida con Gerrit Dou, anche se le opere più influenzate da questo autore non sono, come ci si aspetterebbe,
quelle giovanili. Tra i primi appartenenti alla corporazione degli artisti di Leida, nel 1648, lo si ritrova in seguito a Utrecht e quindi ad Amsterdam
dove ha importanti committenti tra cui il mercante di tessuti Jan J. Hinlopen. Per lui esegue diversi ritratti di famiglia ambientati in interni
sontuosi.
Jan Miense Molenaer
(Haarlem 1610-1668)
Si forma con Frans Hals, da cui appaiono influenzate le opere degli esordi, mentre in seguito il suo stile evolve verso una maniera più vicina a quella
di Adriaen van Ostade. Nel 1636 sposa la pittrice Judith Leyster con la quale condivide uno studio dove saranno impiegati alcuni apprendisti. Spesso, le
opere dei due coniugi si somigliano al punto da essere indistinguibili. Oltre all’attività di pittore, Molenaer si dedica anche ad altre occupazioni,
tra cui quella di mercante di opere d’arte.
Caspar Netscher
(Heidelberg 1639 - L’Aja 1684)
Compie il suo apprendistato con Gerard ter Borch, col quale inizia a studiare nel 1654 diventandone l’allievo prediletto nonché assistente e modello,
spesso ritratto nei dipinti del maestro. Dopo un periodo passato fuori dei confini olandesi, a Bordeaux, nel 1662 torna nei Paesi Bassi e si stabilisce
all’Aja dove frequenta Gerrit de Hooch e si dedica con grande successo al ritratto. La sua maestria nella resa dei materiali, in particolare stoffe come
sete e broccati, risente della lezione di Ter Borch ma anche dell’influenza dei pittori attivi a Delft come Pieter de Hooch e Vermeer.
Jacob Ochterveld
(Rotterdam 1634 - Amsterdam 1682)
È allievo di Nicolaes Pietersz Berchem a Haarlem e suo compagno di studi è Pieter de Hooch. In seguito torna a lavorare nella città natale tra il 1655 e
il 1672 e lì perfeziona la sua tecnica andando a lezione da Ludolf de Jongh. Dopo il 1672, che è un anno disastroso per i Paesi Bassi, si trasferisce ad
Amsterdam.
Paulus Potter
(Enkhuizen 1625 - Amsterdam 1654)
A iniziarlo alla pittura fu suo padre Pieter. Dal 1649 si trasferisce all’Aja dove conosce sua moglie ed è introdotto negli ambienti dell’alta società
olandese. Successivamente, nel 1652, si stabilisce ad Amsterdam dove è invitato dal celebre medico Nicolaes Tulp del cui figlio, Dirck, esegue il
ritratto. Morto a soli ventinove anni, è però un artista prolifico con al suo attivo oltre centotrenta quadri. Pittore animalista, si concentra quasi
unicamente su un solo soggetto, i bovini.
Rembrandt Armensz. van Rijn
(Leida 1606 - Amsterdam 1669)
È il più grande pittore olandese del “secolo d’oro” e uno tra i massimi artisti europei di tutti i tempi. Affermatosi già in vita con i suoi dipinti e
disegni, è un maestro del ritratto, dell’autoritratto e delle scene bibliche. Con lui studiano quasi tutti i più importanti pittori olandesi e tra i
suoi committenti è anche la corte reale dell’Aja. Dai primi anni Trenta è attivo ad Amsterdam dove passa anni di prosperità economica cui fanno da
contraltare una serie di penosi lutti familiari. In seguito, anche il benessere viene meno, forse a causa di uno stile di vita troppo dispendioso che
nel 1656 lo porta alla bancarotta: la maggior parte dei suoi dipinti vengono messi all’asta e la casa e il torchio da stampa sono venduti. Nonostante
una modesta ripresa delle commissioni e il rialzo delle sue quotazioni, l’artista muore in povertà.
Pieter Saenredam
(Assendelft 1597 - Haarlem 1665)
Si trasferisce definitivamente a Haarlem nel 1612 dove diviene allievo di Frans de Grebber. Nel 1614 entra a far parte della locale gilda di San Luca.
Contemporaneo dei pittori-architetti Jacob van Campen, Salomon de Bray e Pieter Post, è noto soprattutto per i suoi dipinti con interni di chiese, in
cui privilegia l’aspetto architettonico, tralasciando spesso persone e arredi così da restituire ambienti spogli e grandiosi di grande
suggestione.
Frans Snyders
(Anversa 1579 circa - 1657)
È tra i primi a specializzarsi nella pittura di animali, che preferisce all’iniziale raffigurazione di nature morte. Studia con Pieter Brueghel il
Giovane e poi con Hendrick van Balen che ha come allievo anche Van Dyck, amico di Snyders, che ritrasse più volte. Viaggiò in Italia, a Roma e a Milano
dove è al servizio del cardinale Federico Borromeo. È tra i pittori preferiti del governatore dei Paesi Bassi spagnoli, Alberto d’Austria, e lavora per
lo stesso re di Spagna, Filippo III, e per il suo successore Filippo IV.
Jan Steen
(Leida 1626-1679)
Si forma con Nicolaes Knupfer, pittore tedesco specializzato in dipinti di genere storico o narrativo che ha una marcata influenza sull’opera di Steen
insieme a Adriaen van Ostade, pittore di scene rurali i cui contatti col maestro di Leida restano incerti. Nel 1648 diventa l’assistente, all’Aja, del
famoso paesaggista Jan van Goyen, del quale sposa la figlia Margriet. Dopo una parentesi non molto fortunata come produttore di birra a Delft, trascorre
un decennio molto produttivo a Haarlem tra il 1660 e il 1670. Nei suoi ultimi anni torna a vivere e lavorare nella città natale.
Gerard ter Borch
(Zwolle 1617 - Deventer 1681)
Avviato agli studi artistici dal padre, anch’egli pittore, studia a Haarlem presso Pieter de Molijn mutuandone la semplicità compositiva. Viaggia molto,
visitando Londra e in seguito la Germania, la Francia, la Spagna e l’Italia. Due i grandi maestri che lo ispirano: Rembrandt e Velázquez, in particolare
quest’ultimo che può studiare a Madrid. Conclude la sua vita a Deventer dove ricoprì la carica di borgomastro ed esegue i ritratti di molti esponenti
della ricca borghesia locale.
Willem van Aelst
(Delft 1627 - Amsterdam dopo il 1683) Importante pittore di nature morte, soprattutto di fiori e di cacciagione, compie il suo primo apprendistato con
lo zio, Evert van Aelst, anch’egli specialista della natura morta. Dal 1645 al 1649 vive in Francia e successivamente è in Italia dove a Firenze lavora
alla corte del granduca di Toscana Ferdinando II de’ Medici, mentre a Roma diventa forse membro del gruppo dei Bentvueghels, un’associazione di pittori
olandesi e fiamminghi attivi nell’Urbe. Rientra in patria nel 1657 stabilendosi ad Amsterdam.
Bartolomeus van der Helst
(Venezia 1841 - Parigi 1917)
Popolare pittore di ritratti attivo ad Amsterdam dal 1636. Contemporaneo di Rembrandt, che lavorava nella stessa città, adottò uno stile più commerciale
rispetto al grande maestro, rifacendosi alla maniera di Antoon van Dyck. La sua opera più famosa è il Banchetto della guardia civica di Amsterdam in
celebrazione della pace di Münster, un ritratto di gruppo dipinto nel 1648 e subito premiato da un largo consenso.
Aert van der Neer
(Gorinchem 1603/1604 circa - Amsterdam 1677)
Tra i più interessanti pittori di paesaggio, specializzato in scene invernali e notturne, ebbe uno scarso successo in vita. I suoi primi lavori furono
influenzati dai pittori paesaggisti Rafael e Joachim Camphuysen con cui entrò in contatto nella città natale, dove svolgeva mansioni di amministratore
di una proprietà. Nei primi anni Trenta si trasferì ad Amsterdam, intenzionato a dedicarsi esclusivamente alla pittura, ma per vivere dovette lavorare
anche come locandiere, finendo i suoi giorni in povertà.
Floris van Dijck
(Haarlem 1575 circa - 1651)
È tra i non molti artisti olandesi del tempo che compiono un viaggio di formazione in Italia, nel 1600. Tornato in patria si stabilisce a Haarlem presso
alcuni parenti attivi nella produzione della birra. È iscritto alla gilda di San Luca nel 1610; nel 1637 diventa decano della corporazione. La sua
specialità pittorica sono i “banchetti”, tavole imbandite con frutta e formaggi.
Jan van Goyen
(Leida 1596 - L’Aja 1656)
Pittore paesaggista di grande bravura e molto prolifico, inizia il suo apprendistato a Leida completando la sua formazione a Haarlem presso Esaias van
de Velde che influenza in modo palese la sua prima produzione. Nel 1632 si stabilisce all’Aja aprendo un suo studio. Jan Steen ne diventa l’assistente e
anche il genero. Oltre che pittore è anche mercante ed esperto d’arte e investe i suoi capitali nel commercio dei tulipani e degli immobili. Muore
lasciando grossi debiti.
Gerrit van Honthorst
(Utrecht 1592-1656)
È centrale la sua esperienza italiana, all’inizio della carriera quando, a Roma, subisce l’influenza di Caravaggio di cui emula in modo straordinario
l’uso della luce nei suggestivi notturni che gli valgono il soprannome di Gherardo delle Notti. Rientrato nella città natale nel 1620, apre uno studio
con numerosi allievi. Raggiunge una grande popolarità e ha tra i suoi committenti anche alcuni sovrani, da Elisabetta di Boemia a suo fratello il re
d’Inghilterra Carlo I Stuart, a Cristiano IV di Danimarca.
Adriaen van Ostade
(Haarlem 1610-1685)
Specialista delle scene di genere, in particolare di vita contadina, è allievo, secondo alcune fonti, di Frans Hals a Utrecht insieme ad Adriaen
Brouwer, col quale soprattutto sembra avere dei punti in comune, e di Jan Miense Molenaer. Attivo a Haarlem dal 1632, le sue opere tradiscono il loro
debito nei confronti di Brueghel il Vecchio, un modello cui resterà fedele per quasi tutta la sua carriera. Tra i suoi allievi, anche il fratello
minore, Isaac, che lavorerà al suo fianco e morirà molto prima di lui, nel 1649.
Cornelis van Poelenburch
(Utrecht 1590/1595-1667)
Studia nella città natale con Abraham Bloemaert e quindi perfeziona la sua arte a Roma dove rimane quasi dieci anni e dove è tra i fondatori della
Schildersbent, l’associazione cittadina di pittori principalmente originari dei Paesi Bassi del Nord e del Sud. Tra i soggetti delle sue opere, dallo
stile italianeggiante, paesaggi con rovine con scene a carattere mitologico o biblico, oppure contemporaneo. Tornato in patria, ha un grande successo e
lavora per diversi anni anche alla corte di Carlo I d’Inghilterra.
Jacob van Ruysdael
(Haarlem 1628/1629 - Amsterdam 1682)
Famoso esponente della pittura di paesaggio, genere in cui si afferma precocemente, è allievo del padre Isaac e dello zio Salomon, anch’essi paesaggisti
e in contatto con pittori come Jan van Goyen di cui Jacob subisce l’influenza. A vent’anni fa già parte della gilda dei pittori della città natale. Nel
1656 si stabilisce ad Amsterdam dove ottiene la cittadinanza e si circonda di allievi tra cui Meindert Hobbema. Oltre a quella di pittore, sembra che
Ruysdael abbia esercitato anche la professione di chirurgo.
Jan Vermeer
(Delft 1632-1675)
Attualmente considerato tra i più importanti pittori olandesi del “secolo d’oro”, autore di una delle più famose icone della pittura occidentale, La
ragazza con l’orecchino di perla, vive e opera nella città natale. Importanti sono le nozze di Jan, protestante, con Catherina Bolnes, di religione
cattolica e figlia di una vedova benestante, Maria Thins, presso la quale la coppia va ad abitare e da cui l’artista avrà sempre sostegno economico.
Ciononostante, la vita di Jan non è esente da difficoltà finanziarie; alla sua morte lascia debiti consistenti che sono saldati con la vendita della
casa e dei suoi dipinti.