PONTORMO E ROSSO FIORENTINO A FIRENZE E IN TOSCANA
Fino al 20 luglio è aperta la raffinata mostra su Pontormo e Rosso, in palazzo Strozzi a Firenze, curata con consueta acribia da Carlo Falciani e Antonio Natali. Per chi voglia estendere i propri interessi ai luoghi dei due eccentrici artisti della“maniera” toscana, Ludovica Sebregondi ha curato un libro agile, ben illustrato e ricco di informazioni, da leggere a casa come un saggio e poi, volendo, da portarsi “in gita”, seguendo itinerari da creare a proprio piacimento. Molte (ma non tutte) fra le opere illustrate in questo volume sono esposte in mostra, e dunque il libro vale come percorso parallelo, ma sarà pure accurato viatico a mostra conclusa. Nel Prologo per due tragitti Antonio Natali si sofferma sul filo conduttore dell’esposizione, e dunque anche del catalogo, a conferma di un sottotitolo legato a un’interpretazione condivisibile sulle caratteristiche dei due geniali pittori e disegnatori: Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti “vie” della maniera. È vero, le vicende biografiche dei «gemelli diversi» furono dissimili e rispecchiano due caratteri quasi agli antipodi: l’uno ombroso, chiuso e ipocondriaco (Pontormo), quasi sempre all’ombra della cupola di Brunelleschi, ma in qualche maniera “ereticamente” vicino, nelle scelte formali, alle istanze eclettiche di nordici come Dürer. L’altro, il Rosso, «risoluto e ardito», diversamente stravagante - memorabile l’episodio del suo “bertuccione” che rubava l’uva in un convento - e giramondo, vicino agli umori repubblicani degli aristocratici antimedicei.Due aspetti tipici e divergenti della fiorentinità: la tradizione, diffidente e poco propensa a esplorare luoghi ignoti, oppure la curiosità e il senso dell’avventura. Due vie divergenti che però col tempo cominciano quasi a convergere.
Le vicende sono ben descritte dalla Sebregondi, che segue sempre il filo delle opere. Natali poi conclude con uno scritto sull’ispirazione a Pontormo di un artista contemporaneo come Marco Bagnoli.
