In occasione del quattrocentocinquantesimo anniversario della morte di Michelangelo la città di Firenze celebra l’artista con una mostra che esalta l’importanza del Buonarroti nella formazione del giovane Jackson Pollock, un “titano” del XX secolo, l’artista che coi suoi “drip paintings” ha scardinato le regole dell’arte figurativa occidentale. L’evento ha assunto un carattere speciale, visto che le sedici opere di Pollock, concesse in prestito da istituzioni pubbliche e da collezioni private dell’Italia e del mondo, vengono esposte in Palazzo vecchio, dove la memoria del Buonarroti è consegnata a uno dei suoi più celebri marmi, il Genio della Vittoria, opera emblematica della sua scultura a tutto tondo, paradigma già nel XVI secolo della “furia della figura”, ovvero di quella costruzione spiraliforme che qualifica molte delle invenzioni michelangiolesche. Con quell’espressione - furia della figura - si era inteso dar conto, come notava Giovanni Paolo Lomazzo, della «maggior grazia e leggiadria che possa avere una figura» mostrando «di muoversi in un moto simile alla fiamma […] la quale è più atta al moto di tutte, perché ha il cono e la punta acuta con la quale par che voglia rompere l’aria ed ascender alla sua sfera». Per l’appunto, tra le opere giovanili di Pollock si fa apprezzare un piccolo dipinto intitolato The Flame (1934-1938), al Museum of Modern Art di New York, evocazione forse di disastri, di apocalissi o d’immagini più quotidiane, tipiche della mitologia familiare americana, di un paesaggio abitato ancora da pionieri o da amanti della natura selvaggia alla Thoreau e alla Whitman. In ogni caso, Pollock era interessato al guizzare della fiamma, al continuo movimento della linea incandescente, al dissolversi della materia nel furore della luce. Un groviglio di linee sinuose che preparano l’esplosione del suo espressionismo astratto e in qualche modo rappresentano sintomaticamente la sua vulcanica personalità artistica, sempre tesa tra vitalità e disperazione, tra lotta e depressione, tra tenerezza e furore.
Grandi mostre. 1
Pollock e Michelangelo a Firenze
la pittura e il
furore
Una mostra a Firenze accosta imprevedibilmente, ma con risultati sorprendenti, due artisti apparentemente molto lontani fra loro: Pollock e Michelangelo. Ce ne parla qui uno dei curatori.
Sergio Risaliti