La pagina nera


in caserma È prigioniero
un tesoro tutto intero

di Fabio Isman

A Firenze, nell’ex monastero dove Leonardo realizzò il cartone della Battaglia di Anghiari, oggi sede di una scuola dei carabinieri, c’è un immenso chiostro affrescato e interventi, fra gli altri, di Pontormo e Ridolfo del Ghirlandaio. Questo importante patrimonio artistico, finora difficilmente accessibile, tornerà a essere pubblico nel 2015.

È un angolo dell’“Italia ignota”, che è davvero tantissima; anzi, troppa. Un luogo carico di capolavori e memorie che, tuttavia, pochissimi conoscono: accedervi, infatti, non è affatto semplice, abituale, frequente. Ma tra un anno, o giù di lì, diverrà finalmente pubblico; e dopo il restauro, sarà aperto a chiunque. Siamo a Firenze: si esce dalla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella (un capolavoro di Giovanni Michelucci, 1891-1990, compiuto nel 1933-1935 e snaturato, almeno nei dintorni, dopo la morte), e si attraversa la piazza antistante. Dietro alla basilica di Santa Maria Novella, un ex convento. Era il più grande nel capoluogo toscano: ha ospitato i papi, quando venivano in visita nella città adagiata sulle rive dell’Arno. Contiene una grande quantità di affreschi: anche di Jacopo Carucci, detto Pontormo, e Ridolfo del Ghirlandaio. Qui, nella Sala del papa, Leonardo allestì lo studio dove realizzò il cartone per la Battaglia di Anghiari: la famosa opera, rimasta incompiuta, nel Salone dei Cinquecento, a Palazzo vecchio - forse ricoperta dalla Vittoria di Cosimo I a Marciano in val di Chiana, dipinta da Giorgio Vasari - di cui si cercano ancora eventuali frammenti; ed esistono ancora immensi e magnifici ambienti del Trecento. Però, nel 1801, Napoleone sopprime il monastero; dal 1920, lo Stato italiano lo destina alla Scuola allievi marescialli e brigadieri dei carabinieri. Ogni tanto, quello che fu il Chiostro grande dell’ex convento apre, con ovvie e particolari cautele; ma numerosi ambienti non si vedono quasi mai. I carabinieri hanno però già pronta la loro nuova scuola, nel quartiere di Castello; e si prevede che entro l’anno prossimo consegneranno al Comune del capoluogo toscano il sacello di tante bellezze ancora sconosciute.


Il corridoio al primo piano dell’ex appartamento papale e il giardino del Chiostro grande.


Il corridoio al primo piano dell’ex appartamento papale e il giardino del Chiostro grande.