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UNO SCONOSCIUTODI FAMA MONDIALE

di Daniele Liberanome

Banksy, icona della Street Art, convinto denigratore della mercificazione della pittura e del feticismo collezionistico, continua a ottenere cifre milionarie e a mantenere vivo con le sue bizzarrie il dibattito mediatico

Innovativo alfiere di un movimento artistico, la Street Art, o uomo di marketing capace di rivoluzionare il commercio dell’arte? Banksy non cessa di creare accesi dibattiti anche ora che le sue creazioni vengono esposte in musei di prima fascia e scambiate per valori milionari. Compare e scompare mascherato come un globetrotter dell’arte - di recente a Venezia, dove un suo Naufrago bambino dedicato agli immigrati in Europa è apparso di notte su un muro lungo un canale - e il suo successo sembra inspiegabile. 

Crea principalmente murales, per definizione inamovibili e invendibili, e multipli, che richiedono un coinvolgimento diretto dell’artista nel processo di autentica, mentre di lui non c’è traccia. Le sue opere, figurative, possono essere facilmente copiate da un qualsiasi graffitaro di talento: i soggetti si ripetono, come le scimmiette o le bambine con i palloncini, la tecnica pittorica è semplice, e lui stesso realizza i suoi lavori in pochissime ore. Peggio, a volte non li firma affatto. 

I suoi rapporti con il mercato dell’arte sono pessimi. Un gallerista, Stephan Keszler, lo ha definito «un ipocrita per essersi arrogato la licenza artistica di creare opere [cioè murales] su proprietà altrui, mentre cerca di impedire a un gallerista di esercitare la sua libera volontà [di commerciarle]» perché non vuole entrare in contatto con lui come con altri suoi colleghi. Le case d’asta non vogliono trattare i preziosi murales staccati perché impossibili da autenticare. I musei, perfino quelli importanti, non riescono a coinvolgere Banksy nell’organizzazione delle sue mostre, perché si astiene dal farlo dai tempi di Turf War allestita in un magazzino londinese e in un battibaleno notturno nel luglio 2003. Così devono creare loro gli oggetti di merchandising (calamite e simili) senza licenza dell’artista e con minor appeal per i tanti visitatori. Ovviamente, poi, Banksy non incontra collezionisti e non li invita nel proprio studio, come fanno tutti suoi colleghi. 

Dovrebbe quindi essere un povero graffitaro, ma i suoi prezzi continuano a salire, tanto che il 3 ottobre dello scorso anno il suo Devolved Parliament, parodia della House of Commons (Cameri dei comuni britannica) qui popolata da scimmie, è passato di mano da Sotheby’s di Londra per oltre 11 milioni di euro.


Devolved Parliament (2009).