Una mostra su Michelangelo, divino artista a Genova, in quel maestoso Palazzo ducale che è al centro del sistema culturale della città, si presta a varie letture.
In questo periodo complicato, che vede tutta l’Italia impegnata a uscire dagli impedimenti e dai ritardi determinati dall’emergenza da pandemia recuperando il tempo perduto anche sul versante della cultura - e che in particolare trova Genova protagonista di un ammirevole ritorno alla normalità grazie al nuovo ponte San Giorgio -, una mostra di così alta intensità storica e artistica porta con sé la carica simbolica di una rinascita, nel segno - l’assonanza non è casuale - del Rinascimento. E di quella stagione della storia italiana, tormentata spiritualmente e politicamente ma splendida nelle arti, Michelangelo Buonarroti fu secondo i contemporanei, e continua a essere anche nel sentire odierno, uno dei vertici più eccelsi.
L’eccezionalità della figura di Michelangelo, che si esprimeva in quattro arti diverse in quanto scultore, pittore, architetto e poeta, è strettamente legata alle sue opere, uniche nella storia dell’arte di tutti i tempi per la tensione morale, l’energia della forma, la complessità dei concetti espressi.
Ma non meno straordinario è il suo percorso biografico, segnato da incontri decisivi con personaggi d’alto rango, in posizioni chiave nella società, che intesero la grandezza del suo talento e gli consentirono di manifestarsi pienamente.

Madonna della scala (1490 circa).