da qualche anno molti scrittori italiani si sono cimentati con il linguaggio del fumetto. Tolto il caso di
Gianfranco Manfredi, scrittore e musicista da anni in forza alla Sergio Bonelli Editore con serie e miniserie, la maggior parte di loro si è
dedicata al romanzo a fumetti essenzialmente in due modi: fornendo testi già editi da adattare con il nuovo linguaggio, oppure scrivendo testi
nuovi. Alla base ci sono almeno due ragioni. Da un lato parecchi dei nostri scrittori sono cresciuti negli anni Sessanta e Settanta leggendo storie
a fumetti che sono poi entrate nel loro immaginario; dall’altra c’è l’attrazione di cimentarsi con un linguaggio diverso dal proprio sia per vedere
riconosciuta la propria arte in altri campi narrativi, sia per dare un corpo ai propri fantasmi letterari. Molti editori e operatori del fumetto
hanno invece pensato di trovare una legittimazione culturale e nuovi lettori. Gli esiti sono stati più o meno sotto la linea della sufficienza.
Una bella eccezione è Il mondo così com’è (Rizzoli Lizard, Milano 2014) di Tiziano Scarpa (Premio Strega 2009) e Massimo Giacon, in
cui le regole strutturali del fumetto sono parte integrante del racconto stesso.
È la storia del caso clinico di Alfo Betiz, malato affetto da
“ontolalia” (patologia che sembra anch’essa un’invezione di Scarpa e Giacon), che ha allucinazioni non solo uditive ma anche grafiche: vede le
nuvolette uscire dagli oggetti, e ne legge le battute, proprio come vivesse in una pagina a fumetti. È questo lo spunto per un viaggio nelle regole
e nelle convenzioni del linguaggio del fumetto - le nuvolette, il montaggio, i font, le citazioni, i cambi di stile, l’uso di fotografie e di
collage, la composizione della pagina - per creare una serie di narrazioni che si incastrano una con l’altra svelando e insieme esaltando tutte o
quasi le norme e la sintassi del fumetto. Uno dei pregi del libro è come Tiziano Scarpa si sia messo in gioco. È vero che questa non è la prima
esperienza dello scrittore con le “nuvole parlanti”. Prima di dedicarsi alla narrativa, negli anni Ottanta Scarpa aveva sceneggiato alcuni racconti
brevi per il mensile “Frigidaire”. Il suo primo romanzo, Occhi sulla graticola (Einaudi, Torino 1996), aveva tra i protagonisti Carolina,
una ragazza che disegnava i genitali maschili e femminili nei fumetti erotici giapponesi importati, dato che in Giappone tali organi non possono
essere rappresentati (ora la legislazione è cambiata, ma l’abitudine è rimasta), e in quel primo romanzo Scarpa sfoderava una conoscenza non banale
dell’industria del fumetto italiana. Questo viaggio nelle regole del fumetto è anche merito di Massimo Giacon, che traduce in forma grafica le
visioni del suo compagno di scrittura. Fumettista, illustratore, designer per Alessi, artista, musicista e perfomer, Giacon è uno dei nuovi maestri
del fumetto italiano che conosce in tutti i suoi anfratti - da quelli più “nerd”, tipici dei supereroi, a quelli più artistici e sperimentali - sia
come autore, sia come lettore. Autore, soprattutto con Mimì Colucci, di romanzi e racconti brevi a fumetti, aveva già collaborato con Tiziano
Scarpa. Per lo scrittore veneto aveva illustrato le storie contenute nel volume Amami (Mondadori, Milano 2007), mentre la sua straordinaria
capacità grafica di spaziare tra generi e stili diversi, pur rimanendo sempre originale e personale, era già stata confermata nel testo
La quarta necessità, edito ancora da Rizzoli Lizard nel 2011, su una deludente storia scritta da Daniele Luttazzi. In
Il mondo così com’è Giacon realizza alcune delle sue trovate più belle di sempre a livello di composizione e grafica, come, per esempio,
quella in cui mostra il narratore della storia durante una lezione universitaria e le sue parole sono commentate dai fumetti di un ragazzo e una
ragazza che, contemporaneamente, li usano per corteggiarsi.
Alla fine del libro rimane però il dubbio che il gioco strutturalista abbia preso
il sopravvento rispetto alla narrazione, ai personaggi, alle battute. Ci piace comunque pensare che questa coppia autoriale continui a lavorare
insieme e che, con il prossimo lavoro, fughi ogni dubbio

