era il 1° maggio del 2012… Al motto di SAVE ITALY una folla di festosi manifestanti convocati da Urbano Barberini (proprietario di una tenuta
agricola nei pressi della Prenestina, nelle vesti di battagliero padrone di casa) e da Philippe Daverio - la «rivoluzione degli educati» (così
soprannominata con elegante efficacia da Franca Valeri) - si mobilitava per impedire che un intatto lembo di campagna romana, a pochi metri dalla
colossale diga voluta dal console Marcio e rifatta da Agrippa, ponte Lupo, immediatamente a ridosso del complesso di Villa adriana a Tivoli,
potesse divenire la sede della nuova discarica di Roma. Quando sembrava ormai che la decisione della Regione Lazio e l’avallo del prefetto non
lasciassero scampo, con le proteste di tanti e le minacciate dimissioni del ministro dei Beni culturali si riuscì a impedire che uno dei luoghi
più celebrati dell’antichità fosse irrimediabilmente offeso.
è di nuovo in pericolo per i 200mila metri cubi della lottizzazione Nathan
La battaglia di ponte Lupo, l’impegno a difesa di Tivoli e del suo territorio spinsero Urbano Barberini ad appoggiare in seguito la candidatura di un importante archeologo e funzionario del Ministero dei beni culturali, Giuseppe Proietti, a sindaco della cittadina, sostenuto da un raggruppamento di liste civiche. La vittoria di Proietti lo scorso giugno e la nomina di Barberini ad assessore alla Cultura sono state salutate con entusiasmo da tutti coloro che hanno a cuore le sorti di Tivoli e del suo straordinario patrimonio culturale. Una nuova minaccia incombe infatti sull’area circostante il complesso monumentale di Villa adriana: una colata di cemento di circa 200mila metri cubi, la cosiddetta lottizzazione Nathan, criticata da Unesco e MIBACT ma che ha ottenuto tutti i permessi e le garanzie necessarie, per la quale è anche stato eretto un vergognoso e inutile muro contro le inondazioni a ridosso del prezioso mausoleo romano dei Plauzi e dello storico ponte Lucano. Una vastissima area residenziale che si aggiunge al disordine della piana di Tivoli, così bisognosa di quel “rammendo” urbanistico tanto invocato ma sempre disatteso
