Prima ancora che il romanzo dell’americana Donna Tartt (titolo originale The Goldfinch) vincesse nell’aprile scorso il premio Pulitzer, la versione
italiana, nell’ottima traduzione di Mirko Zilahi de’ Gyurgyokai, registrava tre edizioni a meno di trenta giorni dall’uscita. Molti divorano in pochi
giorni (in poche ore sarebbe impossibile) le quasi novecento pagine del libro, a conferma del suo ritmo incalzante e di un infallibile plot. La voce
narrante è un ventisettenne, Theo Decker, che ripercorre le tappe sofferte dell’adolescenza (a tredici anni ha perso tragicamente la madre, poco dopo
il padre). A partire dal primo capitolo, che descrive l’evento traumatico e scatenante (di più non sveliamo, per lasciare suspense) la narrazione è
magistrale e pare una sceneggiatura. Non stupisce che la Warner Bros abbia acquistato i diritti per un film affidato, pare, alla regia di Brett
Ratner, quello di Rush Hour, 1998). Ma questo non è solo un thriller o un intenso romanzo di formazione. Il protagonista occulto è un dipinto, la cui
esistenza aleggia anche nelle pagine dove non viene citato. Il cardellino, che dà il titolo al romanzo, è un capolavoro realmente esistente (olio su
tavola, 33,5 x 22,8 cm), dal 1896 al Mauritshuis dell’Aja (prima era in Francia e ancor prima nella collezione di un poeta belga, dove non sappiamo
come fosse arrivato). «Una piccola rarità di un pittore che fu il maestro di Vermeer» spiega la deliziosa madre al giovane Theo, mentre visitano al
Met una mostra sulla pittura olandese (in realtà l’opera è stata esposta a New York solo lo scorso anno, alla Frick Collection). L’autore è il geniale
Carel Fabritius, nato nel 1622 a Midden- Beemster, che nel 1641 è ad Amsterdam, a bottega da Rembrandt, tanto bravo, pare, da vedersi perfino affidare
ritratti poi firmati dal maestro. Trasferitosi a Delft, Carel fa in tempo a dipingere, firmare e datare 1654 l’enigmatico cardellino legato a una
catenella, «forse in un brivido premonitore»: quello stesso anno il giovane pittore muore per lo scoppio di una polveriera vicina al suo studio, e
gran parte dei suoi quadri vanno distrutti. Vale la pena leggere fino in fondo il romanzo, anche per la poetica, finale interpretazione
dell’incantevole uccellino dalle morbide piume.
Donna Tartt Rizzoli, Milano 2014 896 pp. € 20; eBook € 9,99