riappaiono nelle cronache solo a tratti, e non sempre sono buone notizie (necessità di nuovi restauri, ricorrenti crisi del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria che li ospita, improvvide proposte di esporli qua e là, come per esempio all’Expo 2015, quasi improvvisato simbolo di un discutibile made in Italy…). Eppure, anche se i media e l’opinione pubblica alle cose serie spesso non badano, di cose serie da narrare ce ne sono: studi, per esempio, che li hanno posti in relazione con grandi artisti (Ageladas, Alkamenes) e con grandi edifici sacri (tempio di Zeus a Olimpia), ma anche con un monumento perduto che raffigurava eroi della Tebaide, poema epico anteriore all’Iliade, poi riecheggiato nei Sette contro Tebe di Eschilo. Un libro di Alberto Angela, pubblicato nel giugno 2014, ha tentato di riaccendere l’attenzione del grande pubblico: va detto che lo sforzo di aggiornamento è notevole. Tentiamo anche noi di ripercorrere la vicenda dei Bronzi di Riace, dalla loro scoperta a oggi, vedendoli nel contesto della grande arte greca del V secolo a.C.