alla Galleria di Milano, all’epoca una delle principali del capoluogo lombardo, in una delle prime personali
italiane che seguirono, nel 1933, il suo esordio parigino del 1929, fra gli oltre trenta dipinti in mostra Fausto Pirandello ne espose uno, che
intitolò La pioggia d’oro (ora alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma), ove una donna discinta è reclina sul primissimo piano, vinta forse
dall’afa, o da una sua dolorosa fatica di vivere. La circonda, e quasi le precipita addosso in una franta e sincopata spazialità di memoria
cézanniana, il disordine vorticante della stanza, ingombra di oggetti quotidiani: un tavolo da stiro, una brocca, alcuni panni, e uno specchio che
riflette e moltiplica lo spazio di quell’interno, saturandolo d’ansia. Spezzato quasi in due metà dalla spazialità turbata che lo accoglie, il nudo
della donna è lontano da ogni seduzione: sgarbato, offeso, brusco, prostrato. Passano gli anni. Trascorrono quelli delle Quadriennali romane del
1935 e del 1939, che vedono il trionfo della maturità del pittore; passano i primi premi e i primi riconoscimenti, anche internazionali (soprattutto
negli Stati Uniti). E viene, in un difficile dopoguerra, un gruppo breve e coeso di dipinti ove domina ancora il tema del nudo femminile: sono corpi
quasi gettati sul proscenio con malagrazia (Risveglio, ad esempio, in due versioni entrambe ascrivibili al 1948, una delle quali è ora
nelle collezioni della Tate di Londra); piegati in aspre torsioni, in improvvise fratture della propria integrità plastica. Come se il supporto
faticasse a contenere l’espandersi della forma.
con le tensioni dell’espressionismo tedesco
Dolenti, ancora una volta, quei nudi; stremati da un espressionismo che non ha più radici (il tanto amato Kokoschka è ormai, per Pirandello, un riferimento re moto e inattuale; mentre il più giovane Lucian Freud - con il quale peraltro non può ovviamente esistere un percorso comune, ma sì una misteriosa confluenza di scelte iconografiche, forse addebitabile al riferirsi di entrambi all’immagine caricata di certa Neue Sachlichkeit tedesca - fa in Inghilterra le sue prime prove pittoriche), ma che resta per Fausto una costante sigla stilistica.
