Studi e riscoperte. 4
Leonardo “designer” alla corte di Milano

ORDINE
BELLEZZA
E INVENZIONE

Già nel suo primo periodo milanese (1482-1500) Leonardo da Vinci definisce e rende concreta la sua idea di ornamento come carattere indispensabilmente connaturato con l’utilità in progetti elaborati per la corte di Ludovico il Moro: oggetti d’uso che precorrono la figura dell’industrial designer.

Sara Taglialagamba

Per Leonardo, l’ornamento non è un orpello visivo, la decorazione accessoria di un’opera, quanto piuttosto una parte indivisibile dal tutto e per questo necessaria e funzionale. La frase celeberrima appuntata in un foglio del Codice Atlantico «Non po’ essere bellezza e utilità, come appare nelle fortezze e nelli uomini?»(1), pur se rivolta ad altro, è utile a spiegare l’equazione bellezza-utilità ispirata dalla definizione platonica dell’Ippia Maggiore per cui “bello” è da intendersi ciò che è conveniente e utile. Da parte loro, le pitture di Leonardo non facevano eccezione e offrivano esempi di straordinaria bellezza e perfezione: in esse l’ornamento non è un elemento sovrapponibile e accessorio, esso è parte integrante dei concetti espressi in pittura. L’ambiente di formazione di Leonardo proponeva esempi importanti che si risolvevano in forme decorative di grande impatto. Andrea del Verrocchio «scultore, orafo, intagliatore, pittore e musico perfettissimo», secondo Vasari, il recupero dell’antico e il serpeggiare di una certa aria umbra, di cui era permeato anche l’ambiente fiorentino, avrebbero condotto a un disegno come il volto del Busto di guerriero del British Museum di Londra. 

Proprio a Milano, l’ornamento, nei progetti di Leonardo, tende a rispondere ai criteri di ordine, bellezza e invenzione, come dimostrano gli studi di macchine per Ludovico il Moro. È stato proposto che un gruppo di disegni (tra cui i famosissimi carri falcianti) fossero fogli di presentazione offerti da Leonardo per illustrare i punti dei paragrafi del famoso abbozzo di lettera nel quale prometteva macchine da guerra e armi nuove e sorprendenti. Al punto sette, in particolare, scriveva «Item occurrendo di bisogno farò bombarde, mortari et passavolanti di bellissime et utile forme, fori del comune uso». Proprio questa descrizione potrebbe ben applicarsi ai fogli 57 r-b [159 ii r] e 57 v-b [160 ii r] del Codice Atlantico nei quali Leonardo schizza due tipologie diverse di lanciasassi. Sul rigore dell’immagine meccanica prevale il gusto dell’ornato che si esplica nel grazioso modo di atteggiare le corde in entrambi i disegni. Tale motivo con nastri svolazzanti bene rispondeva a un gusto di ascendenza lombarda per accattivarsi il signore di Milano.


Studio per macchina lanciasassi (1485 circa), Milano, Biblioteca ambrosiana, Codice Atlantico, f. 57 r-b [159 ii r] e f. 57 v-b [160 ii r].


Studio per macchina lanciasassi (1485 circa), Milano, Biblioteca ambrosiana, Codice Atlantico, f. 57 r-b [159 ii r] e f. 57 v-b [160 ii r].