e delle varie combinazioni espressive e cromatiche, Palma cerca di ricreare nei suoi dipinti arcadici un’atmosfera giorgionesca, in cui la psicologia dei personaggi è permeata (e/o condizionata) dalla dimensione emozionale del paesaggio, considerata come se dovesse rivelare verità nuove. Si comincia a evocare una realtà ulteriormente più complessa, come se i personaggi fossero rappresentati anche entro paesaggi interiori, che non costituiscono più soltanto uno sfondo per la scena, ma diventano poetica espressione di uno stato d’animo o creano un’ambientazione enigmatica. Come nelle opere di Giorgione e di Tiziano i personaggi di Palma, isolati nel paesaggio lirico, sono come indotti a ricercarsi in profondità, per arricchire la loro psicologia e la loro consapevolezza filosofica. Le ninfe nude rappresentate dai pittori veneti del primo Cinquecento potrebbero testimoniare l’adesione di molti artisti alla cosiddetta religione naturale, al “culto solare” degli umanisti ficiniani, una visione incentrata sul riconoscimento della forza regolatrice del sole, e a una discesa nei misteri dei culti ctoni, terragni, dando di nuovo molta importanza alla forza generatrice delle donne. La ninfa dormiente(29), iniziata da Giorgione e ultimata da Tiziano tra il 1508 e il 1512, colta in un’ambientazione campestre, lascia che il nostro sguardo possa modularsi con la sua nudità, come fosse anche il simbolo della bellezza che disvela la capacità generativa del corpo femmineo.