Una relazione particolare la loro, quasi uno scambio di esistenze a distanza, visto che Lorenzo, dal 1513 al 1525, soggiorna e lavora nelle terre bergamasche, mentre Jacopo costruisce la sua carriera artistica a Venezia, dal 1510 fino all’anno della sua morte prematura, avvenuta nel 1528, all’età di quarantotto anni. Pur vivendo nella capitale della Serenissima, Jacopo tiene contatti con la sua terra d’origine, dipingendo pale d’altare per le chiese delle valli orobiche, recandosi ogni tanto a Serina per trovare i suoi parenti e per appuntarsi le atmosfere montane da inserire negli sfondi dei suoi quadri arcadici. Nei documenti è rimasta traccia di solo uno dei suoi viaggi nel paese natale: nel maggio e giugno del 1524 si trova a Serina per questioni testamentarie, a causa della morte del fratello Bartolomeo. Lotto invece decide di tornare a Venezia nel dicembre del 1525, sentendosi maturo artisticamente per conquistare un posto d’onore nella sua città natale. Ma questo non avverrà, inducendo l’irrequieto e deluso Lorenzo a cercare fortuna, dal 1532, di nuovo a Treviso e nelle Marche.

