LA GIOVENTÙ E
GLI ANNI MILANESI

«Medardo, seguendo la propria indole indipendente e il proprio carattere bizzarro, ancora fanciullo eludeva la sorveglianza paterna timorosa di sviamenti e desiderosa di una carriera per il figlio nelle ferrovie stesse, e iniziava un lavoro alla macchia, recandosi ad aiutare un oscuro marmoraio, contento di poter tenere in mano la mazzuola e lo scalpello che non avrebbe più abbandonati.

A nulla valsero i rimbrotti e le busse, specialmente quando al vespero tornava a casa, dopo aver marinato la scuola, imbrattato di polvere di marmo e di creta. Tanto fece e tanto scongiurò che ottenne dal padre di seguire la propria vocazione d’artista»(1).

Nonostante avesse ricevuto un’educazione tradizionale, Medardo dimostrò fin dalla giovane età un’inclinazione verso la creatività “manuale” e un animo passionale che negli anni maturi sarebbe stato il suo tratto caratteriale più tipico.


Medardo Rosso era nato a Torino il 20 giugno 1858 da Domenico Rosso, funzionario delle ferrovie piemontesi, e da Luigia Bono. Il padre, dapprima impiegato sulla linea ferroviaria Torino-Genova, venne promosso nel 1870 a ispettore ferroviario, e nello stesso anno la famiglia Rosso si trasferì a Milano. Dal 1877 Medardo iniziò a frequentare dei corsi di disegno alla Scuola di belle arti della città.

Nel 1879 venne arruolato nel 1° Reggimento Genio a Pavia. Fu questo un periodo molto importante nella sua formazione: strinse importanti amicizie con personaggi che avrebbero avuto un ruolo determinante nella sua vita, tra cui l’ingegnere Gastone Pesce (che introdusse i suoi primi lavori a Parigi), ed, essendo presenti nella caserma dei laboratori di stampa litografica, di calcografia e di galvanoplastica, venne probabilmente a contatto diretto con i procedimenti tecnici della fotografia, che utilizzerà durante tutta la sua vita.


“El locch” (1882), bronzo; Roma, GNAM - Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea.