Durante l’età ellenistica - dalla morte di Alessandro Magno nel 323 a.C. alla fondazione dell’impero romano nel 31 a.C. - l’uso del bronzo portò una ventata di sperimentazione e innovazione artistica in Grecia e in tutto il Mediterraneo. Gli scultori abbandonarono il canone classico, sostituendo le forme idealizzate con rese realistiche di stati fisici ed emotivi. Superiore al marmo per resistenza alla rottura, riflettività e capacità di riprodurre i più piccoli dettagli, il bronzo si adattava a composizioni dinamiche, sensazionali rappresentazioni di nudo ed espressioni grafiche di età e carattere. Ottenute da leghe di rame, stagno, piombo e altri elementi, le statue bronzee furono prodotte a migliaia in tutto il mondo ellenistico. Si concentravano in spazi pubblici e luoghi aperti: ritratti onorifici di regnanti e cittadini popolavano le piazze delle città, mentre immagini di dei, eroi e umani affollavano i santuari. Sono pochi, tuttavia, i bronzi conservati, che i musei generalmente espongono come capolavori isolati.
