continuando a operare nell’anonimato e rifiutandosi di collaborare ai sempre più numerosi eventi espositivi dedicati alla sua produzione artistica. Anche i temi affrontati ultimamente, pur senza scadere mai nella ripetizione, sono fedeli a quell’impegno civile e a quel gusto per la provocazione che caratterizzano da vent’anni l’opera di Banksy.
Nel 2016, per esempio, torna sulla questione del dramma dei migranti di Calais dipingendo a Londra, davanti all’ambasciata francese, Les Misérables, ritratto di una giovane ragazza con gli occhi pieni di lacrime a causa dei lacrimogeni; accanto all’opera è posto un codice QR che rimanda a un drammatico video che documenta l’utilizzo di lacrimogeni e proiettili di gomma da parte delle forze di polizia nello sgombero della baraccopoli francese.
Nel settembre del 2017, con due opere dedicate a Basquiat realizzate nei pressi del Barbican Centre a Londra, aggiunge un nuovo capitolo a un altro tema cardine della sua produzione, ovvero il riferimento al mondo dei graffiti e delle scritte murali, presenti già in molte opere degli esordi: ratti che scrivono sui muri, graffiti su animali vivi o riportati all’interno dei suoi dipinti modificati, scritte vergate a spray da militari o guardie della regina, senza dimenticare opere come Thug for Life (Londra, 2005), Graffiti Removal Hotline (Londra, 2006), No More Heroes (Los Angeles, 2006), Vandalism Is Art (Londra, 2007), Yellow Lines Flower Painter (Londra, 2007), One Nation Under CCTV (Londra, 2008), Whitewashing Lascaux (Londra, 2008, in occasione del Cans Festival), The Gray Ghost (New Orleans, 2008), Last Graffiti Before Motorway (Londra, 2009), Choose Your Weapon (Londra, 2010), The Street Is in Play (New York, 2013) e Ghetto 4 Life (New York, 2013).