Blow up


starDust, BrassaÏ,
italia insiDe out

di Giovanna Ferri

Stardust (Milano, PAC - Padiglione d’arte contemporanea, fino al 2 giugno, www.pacmilano.it), con oltre trecento fotografie, è la retrospettiva dedicata a David Bailey (1938), uno dei pionieri della scena attuale, autore di ritratti caratterizzati da una perfetta geometria e da un’eloquente intensità. Attori, modelle, scrittori, persone comuni dell’East End di Londra (quartiere dove l’artista è nato) o incontrate durante i suoi viaggi, pittori, musicisti immortalati in mezzo secolo di carriera con ironia e genialità, nel rispetto della loro completa unicità.

Brassaï. Pour l’amour de Paris (Milano, palazzo Morando, fino al 28 giugno, www.costumemodaimmagine.mi.it) è un’immersione nel cuore della Ville lumière. Un risultato inevitabile per l’ungherese Gyula Halász, in arte Brassaï (1899-1984), rimasto folgorato a soli quattro anni dalla capitale francese, dove poi si trasferisce nel 1924. Qui osserva e cattura le atmosfere notturne delle “années folles”, l’oscurità ma anche l’ombra, i lampi di luce, i balordi, le prostitute, gli amanti. Duecentosessanta scatti dove non mancano testimonianze di vita e di scorci diurni della città colta nella sua essenziale ordinarietà, ma trasformata dall’obiettivo dell’inguaribile bohémien in sorprendente novità.


Brassaï, Al bistrot (1930-1932).