La manutenzione urbana è un grave problema del paese. Ha numerose facce, e una riguarda gli edifici. Poco importa se pubblici, o privati, ma spesso vuoti, o sottoutilizzati, certamente da restaurare; insomma, in pesante crisi. Si spazia dalle caserme non più in uso e deserte, alle sale cinematografiche, o teatrali, abbandonate da tempo; alle ville e alle palazzine cui i proprietari non provvedono più; ma anche agli stabili di enti locali che non sanno più che farsene, agli ex impianti industriali ormai non più produttivi e dimenticati. Non è una questione di latitudine. A Pisa, si calcola che i palazzi vuoti e abbandonati siano trentasei. A Bari, quasi duecento. A Roma, oltre trenta cinema dismessi; edifici storici dimenticati come palazzo Nardini, a un passo da piazza Navona, 28.350 metri cubi, del 1400; l’ex Casa del popolo al Celio, 14.322 metri cubi, che non è più nulla da oltre mezzo secolo; è finito il restauro, ma mai iniziato il riuso, dell’ex Palazzo degli esami, su viale Trastevere; ville storiche assai malmesse; non si è mai risolto il caso di palazzo Rivaldi, del Cinquecento, già del futuro papa Leone X e del cardinale Pio di Savoia, a un passo dal Colosseo sui Fori imperiali: è l’edificio forse più conteso, ma intanto continua a essere inutilizzato e parzialmente in rovina.
La pagina nera
i paLazzi in conca d’oro
perdon moLto deL decoro
Uno scempio dopo l’altro. Così si presenta la nostra penisola da Nord a Sud. Teatri, ville, palazzi, sale cinematografche, edifici storici totalmente abbandonati e in uno stato di assoluta rovina. Un’interminabile lista di “ruderi”: solo a Palermo, dove i cittadini hanno iniziato a far sentire il loro sdegno, il Fai ne ha contati oltre quattrocento.
di Fabio Isman