UN PITTORE DI NOME LEONOR
Da Trieste a Parigi: la scatenata gioventù di Leonor Fini
Si moltiplicano gli studi sulle donne che hanno manifestato il loro talento artistico oltre le convenzioni, talvolta subendo pregiudizi di un mondo
maschile che spesso ha negato loro autonomia intellettuale, talaltra ricevendo ammirazione incondizionata (in questa rubrica si è già parlato di
Rosalba Carriera, Camille Claudel, Frida Kahlo, Dora Maar, Meret Oppenheim, Carol Rama). Esce ora un libro per ragazzi, di piacevole lettura anche per
gli adulti, sulla raffinata artista e intellettuale Leonor Fini, nata in Argentina nel 1907 da padre d’origine italiana e madre triestina, morta a
Parigi nel 1996. Premuda da tempo studia la sua personalità (ne ha tradotto un racconto e ha collaborato al film
Ma dov’è Leonor?, visibile
su www.arte.rai.it/articoli/ma-dovè-leonor/ 24786/default.aspx). Qui restituisce rilievo psicologico all’artista, con delicatezza e fedeltà storica. E
si concentra sull’infanzia e l’adolescenza. La madre Malvina fugge dal marito quando la bimba ha pochi mesi e per evitare che lui rapisca la piccola
la traveste spesso da maschietto. Nel paradiso dorato della Trieste cosmopolita, elegante e colta di Svevo e Joyce, la vivace bambina cresce viziata e
coccolata. Leonor mostra un’intelligenza acuta e una sensibilità che oscilla fra intensa femminilità e altre doti ritenute di solito prerogative
maschili. I confitti con la governante asburgica, le avventure nelle quali trascina il cuginetto e le amiche, i travestimenti, l’amore per i gatti e
per un coniglio che finirà tristemente arrosto sono eventi (poi rievocati, in modo più o meno occulto, nei suoi dipinti) che vanno oltre il mero
aneddoto e aiutano a comprendere la genesi di una personalità volitiva e passionale. Da Trieste, con l’ansia di dipingere e la consapevolezza del
proprio talento, la bella e giovane Leonor si sposterà a Milano e poi a Parigi. Con il viaggio verso la Francia il racconto si ferma e lascia
presagire, nell’incontro in treno con de Pisis, i rapporti con intellettuali e artisti, da Ernst a Picasso, dalla Oppenheim a Christian Dior. Ma anche
la perenne autonomia da ogni gruppo e idea precostituita.